mercoledì 18 gennaio 2012

BIBLE REVIEW "LOST IN TIME": CHURCHILL'S / JERICHO

THE CHURCHILL'S – CHURCHILL'S – 1968
Nazione: Israele
Etichetta: Hed Arzi Music
Genere: Psychedelic Blues Rock with folk influences.

I Churchill’s sono una band israeliana (conosciuta in altri paesi con il nome di Jericho Jones, nda) attiva per lo più dalla fine degli anni 60 agli inizi del 70, specialmente a Ramla. Formatasi nel 1965 la band debutta con il proprio primissimo album – su tre prodotti – un omonimo di 10 brani.

Il genere proposto dagli israeliani guidati dagli israeliani è qualcosa di classico per l’epoca, uno psychedelic rock tendente di quando in quando a riff dallo spessore maggiore con riferimenti blues e folk, grazie anche all’introduzione di sonorità di musica popolare delle zone mediorientali.
Come si può notare dai brani proposti, l’ispirazione dei Churchill’s è da ricercarsi nel rock psichedelico che nella prima metà degli anni sessanta andava dilagando in Europa, con Cream e Yardbirds sulla cresta dell’onda, nonostante le linee melodiche influenzate anche dagli Amboy Dukes di Ted Nugent. Nonostante queste derivazioni, i Churchill’s riescono nell’intento di mascherare quanto possibile miscelando al meglio e mettendo insieme diverse sonorità, dando luogo ad un album, che seppur in linea con l’epoca, ha carattere a sufficienza.

L’album si apre con fragore coi bassi di un’opener dal ritmo incalzante e dal riff frizzante. Open Up Your Eyes nella sua rapidità e nel suo refrain ricercato e semplice incanta un ascoltatore rapito che verso la seconda metà del pezzo viene colto da suoni da giostre che rendono la canzone ancor più allucinata in pieno stile psichedelico.
Sezione ritmica differente per il secondo brano della tracklist che rivela una ispirazione vagamente progressive. Song from the Sea è un brano dal riff più elaborato pur stando una canzone dal facile impatto.

Brano decisamente più psichedelico e melodico che rivela un'altra faccia della band degli israeliani, dotati di una poeticità inaspettata. Picture in My Mind si rivela una breve ballad profonda come un lago.
Un pezzo blues rock psichedelico dal ritmo incalzante ci accoglie calorosamente alla quarta posizione della tracklist, con un riff intrigante che lascia comunque ampio spazio alle linee melodiche del basso. Comics brano trascinante in cui Miki Gavriellov da il meglio di se.
Il giro di boa tocca ad una ballad dall'introduzione vagamente psichedelica che volge ben presto su lidi più tranquilli, su caldi riff blues i cui bassi dominanti favoriscono un'atmosfera calda e rasserenante. Where You're Gone trasmette, nonostante il titolo, la speranza di rivedere l'amata a cui la voce pulita di Stan si spande nell'aria.

Movimentato ed ondeggiante il rock psichedelico non cede al passare dei brani, portando con se riff vibrati su bassi accattivanti, ravvivati da un percussionista preciso come un medico bisturi alla mano. Strangulation si sfoga così passando da strofe incalzanti che sfociano in rapidi e sfrenati refrain.
L'allucinazione del settimo brano si dirada lentamente con il progredire del pezzo, portandosi su un mid-tempo dal facile approccio all'ascoltatore, che accoglie allegramente Straight People ed i suoi effetti elettronici alieni e futuristici che calzano a pennello con l'atmosfera psichedelica anni sessanta.
La nenia vagamente folkloristica ci accompagna dolcemente portandoci lungo un solo di mandolino che ci porta su un riff mediorientale quasi di casa per gli israeliani, Subsequent Final risulta un brano raggiante e solare.

Siamo non molto lontani dalla fine dell'album che effetti di elettronica tendenti a confonderci le idee si apprestano a calar ancor più pesantemente la mano sulla psichedelia generata dal resto dell'album, generando una narcolessia vaga ed ipnotizzante. Le note di So Alone Today risuonano in un eco allucinogeno che conduce velocemente alla chiusura del cerchio.
Il viaggio termina con un brano orientaleggiante dall'introduzione insolita tra bollicine, allucinogeni ed un espressione gutturale ad opera del vocalist. Probabilmente voluto il rutto d'apertura seguito da due colpi di tosse portano al riff dettato da un Robb Huxley brillante. Debka mostra una sezione ritmica esotica un po' come il resto del brano.

Un album interessante che avrebbe meritato senza ombra di dubbio maggior attenzione da un pubblico più ampio e che altro non ha trovato se non la polvere del deserto. Un album ingiustamente dimenticato nei meandri del tempo, sicuramente non una perla di proporzioni olimpiche, ma un piccolo tesoro del passato andato perduto nel corso degli anni.

Line up:
Stan Solomon – Voce
Robb Huxley – Chitarra, cori
Miki “Michael Gabrielle” Gavriellov – Basso, cori
Haim Romano – Chitarra, cori, mandolino, congas
Amy Triebitch – Batteria

Tracklist:
1. Open Up Your Eyes
2. Song from the Sea
3. Picture in My Mind
4. Comics
5. Where You’re Gone
6. Strangulation
7. Straight People
8. Subsequent Final
9. So Alone Today
10. Debka

SONGWRITING 7,5
REGISTRAZIONE 8
COINVOLGIMENTO 8,5
VOTO -> 8/10

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