mercoledì 18 gennaio 2012

NON SOLO METAL: ALEX L'ARIETE

ALEX L'ARIETE
Produzione: Cecchi Gori Distribuzione
Regia: Damiano Damiani
Genere: Poliziesco
Paese e anno: ITA 2000
Alex l'Ariete
Perché gli italiani si ostinano a voler fare gli americani quando a malapena riescono a fare quel po' che riescono a fare grazie a quei pochi attori fenomenali che possiamo ritrovare nel nostro italico stivale? E, cosa più importante, perché devono propinarci certi “capolavori” del cinema italiano a pagamento?
Alex L'Ariete è l'esempio di come un film non debba essere fatto, peccado su più fronti e farcito di qualunque cosa possa servire ad arrivare ad un traguardo ipotetico di 90 minuti di niente.

Il film comincia con una rocambolesca fuga dalla scena di un delitto da parte di Antavleva – personaggio interpretato da Michelle Hunziker – che corre lungo le scale di un condominio, coi vestiti macchiati di sangue, mettendo in allarme anche un'abitante del palazzo, che chiamerà poi le forze dell'ordine.
Uscita dall'edificio e presa la macchina,  Antavleva  tenta una fuga disperata ma, accostatasi una macchina di inseguitori, viene spinta giù di strada. Catapultata fuori dall'abitacolo la ragazza si ferisce gravemente ed entra in coma.

Alex – interpretato da un “brillante” Alberto Tomba – è un carabiniere dei GIS un po' scapestrato, spesso va contro le regole ed ancora più spesso si ritrova a non obbedire agli ordini che gli vengono impartiti per quanto sbagliati possano essere.
Il suo comando sta per attuare un'operazione rischiosa per mettere nel sacco un gruppo di malavitosi rintanati in un magazzino, posto in una zona rurale.
Con il compito di sfondare la porta, Alex attende il via libera, quando una carrozzina (?!) sbuca alle spalle sue e di Roberto, collega con cui deve effettuare la prima azione dell'operazione. Preoccupato per la sorte del possibile occupante della culla, Alex corre a spostarla. Nel frattempo Roberto lo chiama a lungo per cercare di portarlo nuovamente in linea con l'obiettivo della missione. Il suo lungo chiamare attira l'attenzione dei malviventi, che gli sparano senza pietà, uccidendolo.

La missione si conclude con un clamoroso fallimento causato da Alex che viene trasferito dopo esser stato più volte ripreso anche dai colleghi oltre che dal comandante.
Arrivato alla sua nuova caserma, situata in un paesino apparentemente tranquillo, Alex riceve l'ordine di condurre un'accusata d'omicidio al tribunale per il processo.
Scoperto che si tratta di una donna, Alex e  Antavleva  iniziano il viaggio verso il tribunale, ma ben presto si ritrovano tallonati dai mafiosi che vogliono uccidere  Antavleva . L'incredulità di Alex alle storie di  Antavleva  sulla sua presunta innocenza li porta più e più volte in pericolo.

Antavleva racconta di esser stata presentata ad un uomo malavitoso, che adorava far del male alle proprie donne, fino al punto di ucciderle se necessario, per trovare il massimo dell'eccitazione sessuale.
Dopo aver scoperto come trattava Barbara (la sua amica),  Antavleva decide di convincerla a parlare ed andarsene. Per tutta risposta Barbara viene uccisa nell'abitazione di  Antavleva, su cui ricade la colpa dell'omicidio. Convinti che abbia visto qualcosa, i criminali vogliono la testa di  Antavleva.

Alex, da buon carabiniere ottuso, non crede alle storie di  Antavleva nonostante i diversi incontri con i delinquenti ma una volta giunti davanti al tribunale si ricrede, decidendo di rischiare e cominciando a farsi delle domande sulla strana vicenda.
Accogliendo la proposta dei suoi superiori, di usare  Antavleva  come esca per incastrare i malviventi, Alex da appuntamento mafiosi nei pressi della barca di lusso su cui si terrà il “festino” organizzato dal capo dei mafiosi.
Colti alla sprovvista come dilettanti, i due vengono separati in un agguato, lei viene portata via dagli scagnozzi del "Grande Maiale" (così definito per la sua perversione) e lui ferito ad un braccio, cade in mare.
Raggiunta a nuoto la nave, nonostante la ferita al braccio (?!), Alex si arrampica dal retro dell'imbarcazione ed inizia ad atterrare un malvivente dopo l'altro, nonostante la ferita (?!). Liberata  Antavleva, i due si baciano ed iniziano una storia d'amore insieme.

Una trama a dir poco assurda, condita di scene che servono a poco o nulla che bene o male vogliono spiegarti com'è andata (esempio i due che limonano e lasciano incustodito il passeggino che, in presenza di una discesa, inizia a scorrere verso il basso portandosi “casualmente” davanti al magazzino dell'operazione, oppure scene pienamente inutili, o scene sbagliate (lui ferito al braccio che prova a nuotare con un braccio solo, arrancando lentamente e di quando in quando allungando anche il braccio destro (che ricordo essere ferito), per proseguire più spedito.
Un film con un filo logico appena sufficiente per capire la drammaticità e la bassezza della pellicola.
VOTO 1/5

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