martedì 26 giugno 2012

BIBLE REVIEW: COVEN - WITCHCRAFT DESTROYS MINDS AND REAPS SOULS

WITCHCRAFT DESTROYS
MINDS AND REAPS SOULS
COVEN
1969
Prog Rock
Mercury Records
Oscuro ed arcano lo stile dei Coven è stato fonte d’ispirazione per diverse band che di qui in avanti specie dalla seconda metà degli anni ottanta in avanti, ma anche per i Black Sabbath ed i Venom, tratteranno argomenti simili a quelli che fioriscono dai brani di Witchcraft Destroys Minds and Reaps Souls, titolo che non nasconde nulla del proprio contenuto a chi si appresta ad ascoltare le dieci canzoni che compongono lo studio album rilasciato tramite Mercury Records nel 1969. Mentre tutti parlavano della vita, dell’amore libero, della natura ed affini, Jinx Dawson, frontwoman della band, e compagni si accingevano a mettere insieme un dieci pezzi che senza mezzi termini dialogava di Lucifero, Abadon, diavoli, magia nera e riti satanici, il tutto su sonorità che spaziano dal doom rock primordiale al proto hard rock con tanto di organetto Hammond, dal jazz fino al rithm & blues e chi più ne ha più ne metta.


L’apertura dell’album viene lasciata concessa alle note di Black Sabbath, titolo che probabilmente i britannici Earth prenderanno in prestito per il nuovo nome della band, brano incalzante che fonde assieme elementi blues e jazz per un mix unico; per poi cedere il passo a The White Witch of Rose Hall il cui pianoforte attribuisce maggior classe alla combo d’apertura.
Di qui si volge lo sguardo verso altri lidi, poggiandolo sulle note di una ballata melodica dal bridge parlato (Coven in Charing Cross) che non può che riportarci al presente per brani come Belzeboss dei Tenacious D; per poi lasciarsi nuovamente andare sulle note fusion di For Unlawful Carnal Knowledge brano dal ritmo trascinante.
Linee vocali quasi che si avvicinano a quelle di Tina Turner di pochi anni prima fanno da impalcatura per Pact With Lucifer al giro di boa, cui succede Choke, Thirst, Die brano dall’intro lenta e sussurrata dal riff proto heavy metal e poi via nuovamente su un hard rock dai bassi martellanti (Wicked Woman), attingendo anche agli stessi Pink Floyd in Portrait fino a chiudere con una vera e propria messa nera parlata di oltre 13 minuti con Satanic Mass.

Certamente la produzione dell’album avrebbe potuto essere migliore, per quanto riguarda la registrazione, ma ad ogni modo siamo davanti ad un album che non solo ha introdotto tematiche “scottanti” ma la cui band ha introdotto le corna che tanto amiamo alzare al cielo durante i live. 



Line up:
Steve  Ross – Batteria
Christopher Nielsen – Chitarra, voce
Jim Nyeholt – Organo, tastier, pianoforte
Oz Osborne – Basso
Jinx Dawson – Voce
Jim Donlinger – Chitarra, voce
Alan Estes – Basso
John Hobbs – Tastiera

Tracklist:
1. Black Sabbath
2. The White Witch of Rose Hall
3. Coven in Charing Cross
4. For Unlawful Carnal Knowledge
5. Pact With Lucifer
6. Choke, Thirst, Die
7. Wicked Woman
8. Dignitaries of Hell
9. Portrait
10. Satanic Mass

SONGWRITING 8
REGISTRAZIONE 7
COINVOLGIMENTO 7.75

VOTO -> 7.6/10
 

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