lunedì 16 luglio 2012

BIBLE REVIEW: ANGRA - REBIRTH

REBIRTH
ANGRA

13 Novembre 2001
Prog Power


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A tre anni dall'uscita di Fireworks, gli Angra tornano sulle scene sfoggiando una line up brutalmente cambiata. A causa di problemi di management, infatti, il cantante André Matos, dopo la pubblicazione dell'album, lascia la band per dedicarsi ad altri progetti personali; poco dopo seguiranno a ruota anche il bassista Luis Mariutti ed il batterista Ricardo Confessori.
Il duo Loureiro/Bitterncourt rimasto solo non si perde d'animo e, spalleggiati da Edu Falaschi entrato poco dopo nella band al posto di Matos, arruolano tra le proprie file Felipe Andreoli e Aquiles Priester - rispettivamente bassista e batterista.
Il sound della band acquisisce un ulteriore capovolgimento di fronte, puntando verso un heavy power metal con ispirazioni progressive, ormai molto lontano dalla gemma Holy Land, puntando a brani dal forte impatto, più semplici e pacchiani. Rebirth esce nel 2001 ed a differenza dei precedenti offre uno stile più moderno e meno legato alla musica carioca e classica, escluse poche eccezioni che vanno a confermare la regola. Riff taglienti si alternano a ballate melodiche, apice di questa rinascita avvenuta solo a metà.

Si aprono le danze con l'introduttiva quanto magica In Excelsis che ci conduce verso un'altra dimensione, dove tutto è più brillante e la speranza riempie l'aria di note brillanti, sulle ali della vera opener dell'album, Nova Era canzone di quelle che lasciano il segno; power metal coronato dal chorus contagioso che ti si stampa in mente, sin dal primo ascolto. Passata la combo d'apertura, una breve pausa su di un leggiadro semi-lento (Millennium Sun) in cui Edu Falaschi da il meglio di se, per poi accelerare su un heavy power robusto, e via con un pizzico di rabbia sul riffing della tanto oscura quanto potente Acid Rain, un tocco di aggressività che non fa mai male!
Una ballata melodica stempera la carica residua dal pezzo precedente, rendendoci nuovamente testimoni della poeticità della band (Heroes of Sand); fino a rimpiangere il passato con Unholy Wars, canzone sulla falsariga di Carolina IV che, tuttavia, risulta più accattivante e meno giocosa.
Lasciarsi cullare dagli arpeggi della melodica Rebirth, per poi farsi investire dall'esplosiva Judgement Day; introduzione folgorante guarnita da una pioggia di note di tastiera.
Giunti al rush finale un pezzo che si rifà a Evil Warning, speed riffing ed un doppio pedale possente coronano Running Alone, un heavy power solare fino all'ultima nota. Chiude il ciclo una struggente Visions Prelude, un lento dai tratti ombrosi.

Un graditissimo ritorno cui faranno maggiormente festa gli amanti del power metal più classico, in stile Gamma Ray/Stratovarius; cui punte di diamante sono senz'ombra di dubbio i lenti, in cui Edu Falaschi riesce a dare il meglio di se. 
Tuttavia i tempi di Holy Land sono un ricordo ormai lungi da qui.

Line up:
Edu Falaschi - Voce
Kiko Loureiro - Chitarra
Rafael Bittencourt - Chitarra
Felipe Andreoli - Basso
Aquiles Priester - Batteria

Tracklist:
1. In Excelsis
2. Nova Era
3. Millennium Sun
4. Acid Rain
5. Heroes of Sand
6. Unholy Wars
7. Rebirth
8. Judgement Day
9. Running Alone
10. Visions Prelude

SONGWRITING 7.5
REGISTRAZIONE 7.25
COINVOLGIMENTO 7.75

VOTO ->  7.5/10

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