martedì 10 luglio 2012

BIBLE REVIEW "LOST IN TIME": FIST - TURN THE HELL ON

TURN THE HELL ON
FIST

Novembre 1980
NWOBHM / Heavy Metal with RnR

Da un’idea del chitarrista Dave Irwin e dal cantante/chitarrista Keith Satchfield nascono i Fist nel lontano 1978, band dal sound british metal impostato che prende il meglio che si poteva reperire all’epoca, creando un buon mix di adrenalina al gusto rock n’ roll. All’epoca preceduto dal singolo del brano di chiusura Name, Rank & Serial Number, l’album nonché la prestazione del vocalist non convinsero granché la critica, destinando un album “altrimenti migliore” al dimenticatoio polveroso, nonostante la presenza di diverse potenziali hit.
Riff hard rock ed heavy metal si susseguono su ritmiche che spaziano dai mid-tempo fino a lasciarsi andare a speed metal appena accennato e di stampo motorheadiano, ispirandosi alle band più classiche come Judas Priest, Black Sabbath, i Budgie ed i Motorhead – appunto; generando un sound accattivante la cui voce di Keith contribuisce a rendere più incisivo e se vogliamo “grezzo”.

L’album si apre con una rockeggiante Hole in the Wall Gang, brano in pieno stile NWOBHM dal riff accattivante e dal ritornello che ti si stampa facilmente in testa sin dal primo ascolto; fin all’entrata in scena di un mid tempo sempre sulla linea british che fa vagamente il verso ai canadesi Thor (The Watcher). Un semi-lento ci concede una breve pausa nel pulsante hard n’ heavy trovato fin qui (Collision Course), fino a riprendere vigore egregiamente con You’ll Never Get Me Up, la cui cavalcata unita alla voce graffiante di Keith ricorda tanto Overkill (Motorhead).
Ondeggiando sinuosamente ci giungono all’orecchio le note frizzanti di Forever Amber, riff ricchi di una componente hard rock che tanto si rifà agli svizzeri di Storace; per poi compiere un brusco ribaltamento di fronte con Axeman, un semi-lento dalle linee di basso pronunciate di cui andrebbe fiero Burke Shelley.
Esplode con una vampata hard n’ heavy The Vamp, brano che lascia terra bruciata dietro di se, fino a lasciare ampio spazio ad un lento in pieno stile british metal (Terminus).
A chiudere il cerchio ci pensano One Percenter (1%), un heavy rock incalzante dal riff distorto che si rifà all’hard rock proto stoner dei primi anni settanta, quindi cala il sipario con la canzone estratta per il singolo, Name, Rank & Serial Number, canzone dal refrain inossidabile.

Un album la cui carica adrenalinica fu ampiamente sottovalutata, probabilmente a causa di una registrazione non impeccabile, ma che, nonostante  tutto, mostra il meglio di ciò che sa dare la band, pur non apportando assolutamente nulla di nuovo a ciò che il palco heavy metal britannico aveva da offrire. Signori amanti della NWOBHM: il piatto è servito!

CURIOSITA' ED ALTRO
- L'album venne stampato anche in una Japanese edition che includeva due bonustrack.
- Nel 2010 l'album è stato rimasterizzato in un'edizione CD distribuita da Plastic Head. L'edizione contiene i due brani un tempo bonus track per l'edizione giapponese.

Line up:
Keith Satchfield - Chitarra, voce
Harry Hill - Batteria
Dave Irwin - Chitarra
John Wylie - Basso


Tracklist:
1. Hole in the Wall Gang
2. The Watcher
3. Collision Course
4. You'll Never Get Me Up
5. Forever Amber
6. Axeman
7. The Vamp
8. Terminus
9. One Percenter (1%)
10. Name, Rank & Serial Number


SONGWRITING 7
REGISTRAZIONE 5,5
COINVOLGIMENTO 7


VOTO -> 6.5/10

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