venerdì 25 gennaio 2013

NON SOLO METAL: DJANGO (1966)

DJANGO
1966
Sergio Corbuzzi
Spaghetti Western


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In una vecchia e logora cittadina a confine con il Messico cavalleria e messicani non sembrano andare esattamente d'amore e d'accordo; il maggiore Jackson ed i suoi tirapiedi seguono la via del razzismo prendendo chi è di là dal confine per inferiori e indegni, mentre tra questi ultimi un certo numero di briganti e tagliagole si apprestano ad eseguire una scalata al potere.
Giunto in città da lontano in cerca di vendetta per la morte di una donna amata, il solitario gringo di nome Django sembra voler prendere di petto la situazione.

"Adios gringo! Ci vediamo all'inferno!" cit. brigante.

Attualmente (Gennaio 2013) è nelle sale l'ultimo capitolo cinematografico a nome Django, quale momento migliore per recensire il primo passo sessantiano che ha dato il via al "mito" del pistolero solitario e lugubre?
Django è un western italiano o spaghetti western uscito nel 1966 per la regia di Sergio Corbuzzi ed interpretato da un impeccabile Franco Nero nelle vesti del lupo solitario Django e Loredana Nusciak nei panni di Maria, sgualdrina fuggita dalle grinfie del generale Hugo, poi infatuata di Django. Tra cazzotti, whiskey, belle donne e sparatorie il film si snoda per un'ora e mezza di cruda violenza - per quanto serie possano essere le scene d'azione con la gente che muore tuffandosi - sciogliendo una trama fin troppo semplice in un'ambientazione tipicamente country/old west - fango a parte.
Unici personaggi con un minimo di caratterizzazione sono le tre teste calde del film su cui ruota la trama, alias Django, Jackson e Hugo, vale a dire: il giustiziere solitario, il militare corrotto e razzista ed infine il poco di buono pronto a metterti il pugnale nella schiena appena gli volti le spalle. Il resto dei personaggi, compresa la stessa Maria interpretata da Loredana Nusciak - presa probabilmente solo per i begli occhi - non è né di gran rilievo ai fini della trama, né di spessore in fine secondario - nonostante salvi Django da morte certa mentre cerca di recuperare la cassa da morto piena d'oro dalle sabbie mobili.
In sintesi: si tratta di un buon film con qualche spunto di riflessione morale, dato il tema del razzismo fanatico religioso (Jackson), ma che punta tutte le proprie carte sulle scene d'azione, sparatorie o risse che siano - degna di nota la rissa nel saloon in compagnia di Hugo, in cui un suo compare, volendosi fare Maria, attacca briga con Django; parte così la scazzottata che svela un impreparato Sergio Corbuzzi ed una telecamera incredibilmente mossa e vorticante. Cult intramontabile... solo una cosa non mi spiego, il gatling che Django si porta dentro alla bara, da dove diavolo salta fuori?

VOTO:

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