lunedì 25 febbraio 2013

SPECIALE: WHO I THINK I AM

"Listen to my story this may be our last chance" cit. Final Fantasy X.

Arriva un momento nella vita di qualcuno in cui bisogna affrontare i fantasmi del passato e parlarne è il modo migliore per farlo. Perché scappare da essi non aiuterà certo a superarli e nemmeno far finta che vada tutto bene servirà allo scopo. E' vero che su questo blog scrivo prevalentemente recensioni, son diventato sempre più critico e pignolo, ma essendo un blog ho deciso di farvi partecipi del lato peggiore della mia vita che ogni tanto reclama il mio umore, soffocandomi.

Mi chiamo Alex G., sono nato il 21 Giugno del 1988. Nato dal forte desiderio di mia madre di un figlio su cui riversare l'amore che non aveva potuto dare ai figli (e quindi miei fratelli) strappatile dall'ex marito, la mia vita è stata difficile sin dall'inizio: mio padre - il compagno successivo di mia madre - morì che avevo appena due anni e mezzo a causa di un tumore al colon in metastasi. All'epoca mia nonna paterna era ancora al mondo ed i miei zii paterni - nonostante mio padre mi avesse lasciato la casa grazie ad un testamento scritto - fecero valere pesantemente l'usufrutto speciale nei suoi confronti, obbligando mia madre ad andarsene con me piccolissimo senza un posto dove andare e senza un lavoro.
Fortuna volle che mia nonna materna ci accolse in casa sua, mentre un cliente abituale di mio padre - che finché era ancora in vita faceva il barbiere di paese - riuscì a trovare un lavoro a mia madre in un'azienda qui vicino. Mentre mia madre lavorava, quindi, io restavo in balia di mia nonna materna, persona dal carattere forte ed aspro abituata ad istruire a suon di urli, mentre lo zio (fratello di mia madre che all'epoca abitava anch'egli con mia nonna) faceva colazione coi bicchieri di Tavernello - il che è tutto dire. Andava bene finché era allegro e scherzoso, ma quando girava la luna, apriti cielo. Nel frattempo io crescevo ed oltre ai problemi di casa si aggiungevano anche i problemi legati alla crescita.

Avevo da poco finito l'asilo quando mia madre, che nel frattempo aveva messo su una storia con un certo tale (di cui non farò nome per ovvie ragioni di privacy), decise di trasferirsi con me al seguito in quel di Finale Emilia per tentare di costruire qualcosa con costui. Iniziai le elementari e da fuori sembrava andasse tutto bene, se non fosse che il signore in questione era dal bicchiere facile come lo zio. La differenza? Che appena si sentiva dire qualcosa contro alzava gomito e mano per colpire. Diverse volte mia madre si è venuta a rinchiudere in camera mia per evitare le legne, sta di fatto che non durò a lungo e dopo uno/due anni tornammo dalla nonna materna, esasperati come mai.
Nel frattempo trascorrevo le giornate nella pace delle lezioni scolastiche e sopportando i bulletti del pulmino, sentendo le maestre lamentarsi con mia madre del fatto che ero parecchio chiuso in me stesso, tanto che un bel giorno mi creai un amico di carta col quale dialogare (come il pallone di Willson di Castaway). La situazione era tornata simile a quella di qualche anno prima, con mia madre che andava a lavorare ed io che stavo in casa con la nonna e lo zio. Gli anni passavano ed il signore di cui sopra si fece vivo nuovamente, quando mia madre poteva andava fuori la sera con lui mentre io me ne restavo buono buono a casina a guardare i film di Bud Spencer e Terence Hill o i vecchi western con nonna e zio, al termine dei quali andavo a nanna. Ogni tanto mia madre tornava a casa in piena notte svegliandomi con un bel giocattolino per festeggiare il rientro.

Non passò molto tempo che io e mia madre riprovammo l'esperienza di vita assieme al nostro mister X in un appartamento del paese in cui vivo tuttora. All'epoca avevo appena iniziato le scuole medie ed ero entrato da poco nella fase adolescenziale della mia crescita, acquisendo un minimo di buonsenso e cercando di frenare la lingua il più possibile in presenza di "lui". Nonostante tutto però in più occasioni l'alcool ebbe il sopravvento, tanto che una volta lui rientrato a casa furibondo mise le mani attorno al collo di mia madre.. per mia fortuna io non ero molto lontano e preso un ombrello lo colpii alla schiena facendogli mollare la presa.
Qualche tempo dopo mia madre, stanca di questo modo di vivere con molti bassi e veramente pochi alti, ebbe l'intelligentissima idea di prendere qualche pastiglia per dormire di troppo, allarmando il sottoscritto che la trovò mezza rintronata sul divano. Portata in ospedale lei io rimasi a mangiare a pranzo dai vicini e qualche giorno da mia zia materna, aspettando che lei tornasse nel pieno delle forze.

Finite le scuole medie, superate alcune delusioni amorose e sopportati i bulletti prima del pulmino, quindi dell'autobus di ritorno, io, mia madre e mister X ci trasferimmo nella casa che mio padre mi aveva lasciato, dato che la nonna paterna, nel frattempo, era stata spostata al ricovero. Avete capito bene: "e mister X". 
Cresciuto sempre più forte sia nella mente che nel fisico, ma ancora insufficientemente per un confronto fisico, iniziai le superiori in quel del centese, grazie alle quali molte cose nella mia vita cambiarono in meglio, in barba a quel che disse il prof di lettere delle medie che mi vedeva bene come manovale, più che all'utilizzo del mio cervello per qualcosa di più complesso. Nonostante metà della mia giornata fosse tranquilla e serena nelle mura scolastiche (problemi di scuola a parte, che fossero relazioni interpersonali o correlati all'andamento nello studio), a casa era sempre il solito trambusto, finché un bel giorno in cui mia nonna materna ci venne a trovare e Mister X a pranzo ci fece sfigurare. Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Mi alzai e lo intimai di uscire a furia di grida. 

Levatoci il problema più grosso dai piedi, tra un sacrificio e l'altro arrivammo ad oggi e nonostante venni bocciato in terza superiore, al secondo tentativo passai l'anno ed in gita scolastica a Siena ebbi i miei primi contatti col mondo metal, grazie all'ascolto puramente casuale di I Wish I Had an Angel (Nightwish) e Black Dragon (Luca Turilli), grazie alle quali la musica iniziò ad avere un'importanza sempre più rilevante nella mia vita, entrando a far parte di essa come i videogame (ai quali mi affezionai sin da fanciullo grazie ad una vecchia Atari polverosa). Prima di allora? I miei unici contatti con il mondo della musica erano dettati prevalentemente dalla TV, spesso quella che passava su MTV e All Music ma anche le colonne sonore da WWE - in sintesi i brani più "duri" che mi erano passati per le orecchie prima di allora erano Angel of Death, sigla di Buffy the Vampire Slayer, e The Game dei Motorhead.
In quinta superiore - oltre a scoprire l'alcool grazie al Coca-Martini del bar dell'albergo di Madrid, durante la gita scolastica di quinta - la passione per la musica incontrò quella per il web design ed iscritto ad un concorso extra scolastico dalla prof di laboratorio informatico, tentai di proporre un mega-progetto che mi vedeva ricreare una specie di enciclopedia metal estraendo quante più informazioni possibili da wikipedia e metallum. Inutile dire che il progetto fu un buco nell'acqua (tentare di proporre una sorta di wiki-metal fatto in casa non è facile da solo!) tuttavia la mia passione crebbe sempre più fino ad arrivare a dove siamo arrivati oggi.

Questi sono gli avvenimenti che hanno effettivamente segnato in modo decisivo la mia vita per un verso o per l'altro. Ci sono amici e parenti che devo ringraziare per aver alleviato il mio inferno privato, uno in particolare per aver alimentato la mia passione per la musica hard n' heavy oggi sfociata in questo blog che spero cresca sempre più!
Appena mi iscrissi a facebook (16 Novembre 2009) sotto la foto del profilo era possibile mettere la propria Citazione Preferita. Il mio primo pensiero in tal senso fu questo: "La vita è come la sambuca, all'inizio è dolce, ma poi ti lascia l'amaro in bocca".
Sinceramente? Non so cosa la vita mi riserberà, tuttavia cercherò di affrontare ogni mio problema a testa alta.

Alex G. 
25.02.2013
12:00am

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