THE ELEGANCE MACHINE NEWMAN 28 Agosto 2015 |
Con The Elegance Machine il Steve e McEwen hanno tentato di creare il connubio perfetto tra melodic hard rock, AOR e qualche sventagliata di melodic metal riscontrabile nella prima metà dell'album mettendo a segno uno dopo l'altro brani grintosi ma comunque eleganti come la title track, Don't Stay Lonely (dal ritornello semplice e fortemente orecchiabile) ed Illuminate, fino al giro di boa con Halo, dall'intro space rockeggiante, nella quale ha partecipato una delle due guest dell'album, ossia Geoff Wootton, dalla quale si apre un ulteriore sipario sulla seconda metà del disco, nella quale spiccano la melodica e incalzante Prayer for Apollo (dall'apertura su note di piano in crescendo, che portano rapidamente sulle ali di un refrain che ti resta in testa fin dal primo ascolto) e melodic rocking Pretender Surrender dal guitar work più incisivo ed in cui fa capolino l'altra guest dell'album tra i cori, ossia Mark Thompson-Smith (Praying Mantis, Big Life).
Se fosse tutto qui si potrebbe dire che The Elegance Machine sia tutto rose e fiori, in verità così non è poiché i rimanenti brani della tracklist risultano decisamente troppo banali per una produzione di questi livelli, andandosi poi a schiantare con la closing su note che sembrano più un lento dei Sonata Arctica.
The Elegance Machine quindi si dimostra un album AOR che cerca di andare ad accontentare un po' tutti, riuscendovi solo in parte e fallendo dall'altra, che troverà sicuramente maggiori consensi tra amanti a pieno del rock melodico, specialmente chi abbia apprezzato il precedente Siren, seppur quest'ultimo sia meno audace del nuovo venuto.
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