venerdì 3 febbraio 2012

BIBLE REVIEW: ANGRA - AQUA

AQUA 
ANGRA
Agosto 2010
Steamhammer / SPV
Power/Prog

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Da una celebre ballata "Rime of the Ancient Mariner" scritta da Samuel Taylor Coleridge per emulare la sete dei marinai moribondi, straccioni e sbandati nasce lo studio dei testi che compongono l'ultimo lavoro degli Angra: Aqua. Per chi voglia definirla una maledizione divina o maligna l'acqua, intesa come bene indispensabile per la sopravvivenza e lo sviluppo della vita stessa, è l'argomento principale a cui si ispirano Falaschi e soci completando così un'estenuante ricerca degli elementi che conducono alla salvezza ed alla dannazione, il bene e il male, lo ying e lo yang o come meglio preferiamo associare tale significato. 

Una profonda riflessione nata dal brutto periodo di alluvioni che ha vissuto tutto il Brasile e quindi anche la band, ed apre le danze niente meno che con il versetto 17 del Salmo 76 tratto dalla Bibbia dell'antico testamento che così recita: "Ti videro le acque, Dio, ti videro e ne furono sconvolte; sussultarono anche gli abissi". Proprio con questa frase si apre un concept album basato appunto sulle leggende legate all'acqua di cui il popolo carioca è naturalisticamente ancorato. 

Aqua è un concept che contiene dieci tracce le quali superano quasi tutte i cinque minuti e camminano a braccetto tra il power e il prog creando una sorta di altalena di speed gestiti in maniera comunque magistrale dal duo Loureiro/Bittencourt di cui ne troviamo un chiaro esempio in Awake from Darkness
La ballad del disco è Lease of life un pezzo ben ricamato che offre un escaletion di riff caldi e accattivanti crescendo di emotività, fino ad allacciarsi a Spirit of the air ricca di pathos. Gli Angra dell'era Falaschi non mollano e con Hollow si lasciano trasportare dalle potenzialità del prog e dalle sonorità nordiche distinte da numerosi arpeggi e ottimi momenti di tapping gestiti dal bassista Andreoli che dividono la canzone in due parti. 

A Monster in Her Eyes si apre con una sorgente di atmosfere sognanti accompagnate da un violoncello e da un arpeggio finemente costruito a regola d'arte per viziare i nostri sensi, rendendolo forse il pezzo più bello in assoluto dell'album anche se l'esecuzione vocale di Eduardo non arriva ai livelli dell'ormai passato Rebirth. 

L'ultimo lavoro della band brasiliana si chiude con Ashes lasciandoci in bocca il sapore amaro di qualcosa finito male che si riversa sulle nostre anime ce ne lasciano un chiaro esempio i momenti malinconici accompagnati da un pianoforte a sfondo epico ed evocativo con una voce femminile accostata che permette di chiudere l'album in maniera teatrale. 


L'esecuzione di Aqua è di buona produzione, anche se non supera di gran lunga Temple of Shadow e l'eccezionale Rebirth e gli applausi vanno senza dubbio ai musicisti più che per il lavoro vocale di Eduardo che non si presenta comunque in ottima forma nonostante l'idea azzeccatissima. 


LINE UP:

Eduardo Falaschi: Voce

Kiko Loureiro: Chitarra, Backing Vocals

Rafael Bittencourt: Chitarra, Backing Vocals

Felipe Andreoli: Basso, Backing Vocals
Ricardo Confessori: Batteria

TRACKLIST:
01. Viderunt Te Aquæ
02. Arising Thunder
03. Awake From Darkness
04. Lease Of Life
05. The Rage Of The Waters
06. Spirit Of The Air
07. Hollow
08. Monster In Her Eyes
09. Weakness Of A Man
10. Ashes

PAGELLA FINALE

TESTI: 6.5 
RIFF: 8
COINVOLGIMENTO: 5.5
REGISTRAZIONE: 6
VOTO -> 6,5/10


di C. Rovesti

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