Freschi di formazione, i britannici Free mettono a segno un debut album magico e ricco di atmosfera data dalla forte presenza del basso dell'allora giovanissimo Andy Fraser, che da il meglio di se per la realizzazione di qualcosa che lascerà il segno. Su idea di Kossoff e Kirke, la band si consolida in pochissimo tempo con l'entrata dello stesso Fraser nel team, nonché di Paul Rodgers dopo aver assistito ad una sua esibizione con la sua blues band Brown Sugar.
Tons of Sobs vede la luce verso la fine del 1968. Prodotto da Guy Stevens – sotto l'occhio vigile della Island Records -, l'album si presenta come un'opera prevalentemente di carattere blues rock semplice e dal grande impatto acustico, giocando con riff appena accennati, leggermente adagiati su mid-tempo, per lo più, che facilmente si attaccano nella mente dell'ascoltatore.
Rodgers e compagnia ci accolgono con una manciata di note elargite rapidamente dalla brevissima Over the Green Hills. Un blues rock in cui il basso di Fraser inizia a farsi sentire.
Il giovane bassista, nonostante tutto, svela la propria bravura solo alla vera opener dell'album, passata la intro, e giunti a Worry, una delle punte di diamante di cui splende di luce riflessa questo piccolo capolavoro di fattura blues rock. Riff graffiante, bassi avvolgenti e ritmo incalzante sono la parola d'ordine che determina l'orecchiabilità del pezzo.
La sessione ritmica impeccabile del mid-tempo blues rockeggiante del terzo gradino di quest'opera, ci accoglie calorosamente, così come la voce ammaliante di Paul Rodgers. Il basso sempre in primo piano lascia il giusto ai soli di Kossoff, apportando a Walk in My Shadow una gran carica.
Il primo cenno di jazz ci viene proposto con una manciata di note di tastiera di dita che corrono lungo tasti bianco avorio. Wild Indian Woman segue le tracce di brani precedenti sempre puntando su ritmiche accattivanti senza accedere nel brio.
Una cover si frappone tra noi ed il classico progredir di questo piccolo capolavoro blues rock, concendendo una piccola tregua tutta blues infuso in jazz, godendo di una ritmica lenta e di casa Oden. Goin' Down Slow brano proposto alcuni anni prima ma comunque interessante.
Un mid-tempo blues fugace si frappone tra le due cover dell'album, portandosi su un ritmo più incalzante in prossimità del refrain strumentale. I'm a Mover in poco più di due minuti fa la sua presenza, dando più spazio alla chitarra.
Tornando a qualcosa di già sentito che i giovani inglesi ci ripropongono fatto un po' a modo proprio, Paul Rodgers e company sfoderano un pezzo dei Booker T dalla sessione strumentale grandiosa, sempre più incalzante con il progredire del pezzo. The Hunter si dimostra un brano che fa presenza.
Un lento blues ad un passo dalla fine dai tratti oscuri ci accoglie, con bassi freddi e tetri. Lugubre ed ispirato, Moonshine si dimostra un ottimo pezzo in cui la band dimostra la propria poeticità ed enfatizzando i riff ad opera di Paul Kossoff.
L'album si chiude con un brano che da ampio spazio ai riff di Kossoff, mentre la voce pulita e cristallina di Rodgers risuona sul mid-tempo magistralmente scandito da Simon Kirke. Sweet Tooth brano tranquillo che precede un outro (Over the Green Hills pt. 2) che fa da reprise dell'introduzione, coronando elegantemente questa danza blues.
Unico difetto di quest'opera è la povertà di inediti con cui i giovani inglesi si presentano al pubblico, ma nonostante tutto ci deliziano con un leggero assaggio gustoso di ciò che il quartetto sa fare, con un album che causa assuefazione.
Line up:
Paul Rodgers – Voce
Paul Kossoff – Chitarra
Andy Fraser – Basso
Simon Kirke – Batteria
Tracklist:
1. Over the Green Hills pt. 1
2. Worry
3. Walk in My Shadow
4. Wild Indian Woman
5. Goin' Down Slow
6. I'm a Mover
7. The Hunter
8. Moonshine
9. Sweet Tooth
10. Over the Green Hills pt. 2
PAGELLA
SONGWRITING 7,25
REGISTRAZIONE 8
COINVOLGIMENTO 7,5
VOTO → 7,6/10
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