martedì 7 febbraio 2012

BIBLE REVIEW "ON DEMANDE": ETERNAL FLIGHT - D.R.E.A.M.S

D.R.E.A.M.S.
(Diminished Reality, Elegies and Mysteries)
ETERNAL FLIGHT
4 Novembre 2011
Yesterrock
Prog/Power Metal

< Previous
Under the Sign of Will (2007)

Successivo >
Retrofuture (2017)
Dopo due album gli Eternal Flight tornano a ruggire sull'onda del heavy power di cui vanno tanto fieri e, guidati dalla talentuosa ugola del buon Gérard Fois, danno alla luce un album tutto pepe. Spesso il terzo full lenght per una band rappresenta l'album di svolta per la carriera nonché un esame da superare per mostrare i traguardi raggiunti e, con un album come D.r.e.a.m.s. (Diminished Reality, Elegies and Mysteries), i francesi possono vantare di aver superato il test.

D.r.e.a.m.s. è un album di undici tracce di cui una cover del buon vecchio Dio, che si fa carico di un'importantissima fase nella carriera della giovane band che giusto l'anno scorso ha festeggiato la prima decade di attività. Un album che dimostra come la band sappia passare elegantemente dal ritmiche più forti e veloci, a giri armonici nettamente più sublimi e melodici, apportando al full lenght una dolce nota poetica che amalgama il tutto al meglio.

L'album si apre con una rapida introduzione che ci porta alla vera e propria opener che manifesta tutta la potenza di cui sono forniti i francesi. Rapida e tagliente, forte di riff poderosi e serrati ad opera dell'accoppiata Chris/Julien, Release the Unreal svela sonorità di natura prog infuse con dell'heavy power classico ed estremamente orecchiabile. Nel refrain del brano Gérard fa sfoggio delle proprie doti canore, con acuti che rendono tutto più mistico.
Il riff heavy power si adagia su ritmiche che incalzano di quando in quando svelando un mid-tempo piuttosto imponente. Firedancer prosegue parzialmente sulle linee vocali tracciate dal brano precedente, snocciolando pian piano melodia fino a giungere ad un fugace assolo.

Linee melodiche e ben studiate, ispirate a lavori di casa Dream Theater, ci fanno volare sulle note di Fantasea, brano che rivela giri armonici ben costruiti. Senza lasciare nulla al caso, i francesi affondano le mani in un territorio tutto progressive e Gérard fa sfoggio ancora una volta dei propri acuti, fino a giungere ad un refrain solenne.
Sulla falsa riga dei primi pezzi dell'album e rapido come un fulmine che squarcia il cielo, Freedom Is My Race rugge a piena potenza svelando riff serrati in piena chiave heavy power in stampo classico, brano senza pretese che fa presenza andando ad ancorarsi rapidamente nella mente dell'ascoltatore.

Effetti elettronici spaziali rendono più mistico l'arpeggio melodico che apre un brano dal riff che omaggia gli heavy metaller Lordi. Brano dal riff accattivante ed ispirato, Nightmare King risuona possente mentre l'ugola risuona limpida, forte di un riverbero che ne enfatizza la presenza.
Le influenze progressive si fondono con tratti blues melodici e svelano il lato più poetico della band con un Fois che imbraccia la acustica per un brano leggero e sentito. Black Sun è una ballad oscura che nonostante tutto nasconde ombre in un manciata di note.
Seguendo la scia del brano precedente, l'ottavo passo dell'opera si rivela in una serie di melodie orientaleggianti per un'introduzione esotica che conduce ad un riff pesante forte di un doppio pedale. The Meeting si rivela un brano elegante e piuttosto orecchiabile.

Siamo al rush finale e per la corsa verso la vetta ci troviamo ad affrontare una serie di riff heavy power vagamente melodici che tanto ricordano la mano dei teutonici Freedom Call e degli Axxis. Refrain pomposo contro cui schiantarsi poco dopo l'inizio di The Tower, in cui il basso di Adrien Zoni da segni di vita.
Note struggenti e melodiche come l'annuncio della fine di qualcosa di grande, scorrono lente le dita sulla tastiera mentre Goodbye si delinea, battuta dopo battuta, nel più classico disegno di una ballad da tratti oscuri. Unico segno di calore è dato dal refrain pomposo ricco di nostalgia mista a speranza di rivedersi dopo un'addio.
Come da prassi, l'album chiude la sua corsa sbattendo contro un omaggio a Dio con uno dei suoi classici serviti il più caldo possibile. Night People è un ottimo modo per salutare il pubblico dando ad esso un arrivederci speranzoso, ricordando il grande Ronnie James ormai scomparso.

Un album maturo che mostra il frutto degli anni di lavoro a cui i francesi si sono dedicati anima e corpo, che mostra pregi e difetti di ciò che è stato fatto e ciò su cui bisognerà ancora lavorare. Certamente un album dall'impatto non facilissimo ma che pian piano snocciola piacevoli sorprese.

Line up:
Chris Stollen – Chitarra
Gérard Fois – Voce, chitarra acustica, tastiera
Julien Bouvier – Chitarra
Adrien Zoni – Basso
Julien Racine – Batteria

Tracklist:
1. Introduction to D.r.e.a.m.s.
2. Released the Unreal
3. Firedancer
4. Fantasea
5. Freedom Is My Race
6. Nightmare King
7. Black Sun
8. The Meeting
9. The Tower
10. Goodbye
11. Night People (Dio Cover)

PAGELLA:
SONGWRITING 7,25
REGISTRAZIONE 7
COINVOLGIMENTO 7,5
VOTO 7,25/10

di A. Govoni.

Nessun commento:

Posta un commento