sabato 11 febbraio 2012

NON SOLO METAL: IO ZOMBO TU ZOMBI LEI ZOMBA

IO ZOMBO TU ZOMBI LEI ZOMBA
Regia: Nello Rossati
Anno: 1979 Italia
Genere: Commedia
Se pensate che un film con degli zombi debba necessariamente essere un film serio e con dei morti (nel senso stretto del termine), ebbene quando guarderete questo film cambierete immediatamente idea. In una trama, tanto semplice quanto inutile, ci vengono presentati degli zombi in una versione italica e goffa, incapace quindi di badare a se stessa, in una commedia tutta da ridere.

Comicità sottile ed elementare in un contesto pieno zeppo di iperboli atte a rendere tutto ancora più ridicolo (stereotipi compresi) sono gli elementi fondamentali con cui Nello Rossati dirige l'opera intitolata Io Zombo, Tu Zombi, Lei Zomba, horror commedia del 1979 dal titolo tanto bizzarro quanto unico!

Un becchino leggendo un libro dell'orrore, recita una formula ad alta voce. Tre morti (un ciclista, un dottore ed un rappresentante), ciascuno dentro la propria bara, al proseguire della formula si risvegliano dal sonno eterno, si alzano e si portano al centro della stanza. Il becchino voltandosi vede i tre risorti e muore egli stesso per lo spavento. I tre lo resuscitano leggendo dal romanzetto la stessa formula.
I quattro divenuti zombi tenteranno in tutti i modi di procurarsi qualche essere umano per tentare di sfamarsi, a come dice il libro, finché il becchino verrà svegliato di soprassalto da un prete, accorgendosi di aver sognato tutto.
Tornato a scavare la fossa che gli era stata commissionata, il becchino vede il ciclista che in sogno sarebbe divenuto zombie e, credendo di esser prossimo a rivivere l'avventura, se la da a gambe senza pensarci due volte!

La formula con cui i cadaveri riprendono vita è un po' strana: sembra più una filastrocca su un libro per bambini delle elementari!
Dio della morte ponzi po'
Sto cadavere chi lo vo'.
Te lo chiede lo stregone
per condirci il minestrone.
Dammi un morto di giornata
che ci faccio la frittata.
Se la ricetta è bene accetta
fai cantare la civetta.
Se ho scelto il momento buono
fai sentire un rombo di tuono.
Voglio un cadavere che cammina
morto ieri o stamattina,
morto senz'anima e senza mente
apri gli occhi immediatamente!
Io zombo, tu zombi, egli zomba,
salta fuori dalla tomba!
Dio della morte ponzi po'
questo cadavere adesso ce l'ho!
L'ho evocato dall'aldilà
ponzi picchio e ponzi pà!

I personaggi principali del film seguono la linea degli antieroi diciamo, nonostante questa sia una commedia. Essi, infatti, sono zombie che tentano in tutti i modi possibili immaginabili di catturare degli esseri umani senza riuscire a mangiarseli, cadendo spesso in giri di parole o situazioni buffe.
Il film è pieno zeppo di personaggi secondari ognuno con un background fin troppo classico: abbiamo una famiglia composta da una moglie autoritaria rompiscatole (Anna Mazzamauro), il marito sottomesso alla moglie (Vittorio Marsiglia) ed il figlio stronzetto; abbiamo un malato con ogni patologia possibile immaginabile (Gianfranco D'Angelo) ed infine un malvivente, con avvenente compagna (Nadia Cassini), che deve disfarsi del cadavere dell'ormai ex-marito della donna, un ricco ciociaro cornuto (Tullio Solenghi).

Come abbiamo detto nella trama, il finale svela quanto fosse inutile la trama del film, il becchino (Roberto Montagnani) viene svegliato di soprassalto, svelando quanto sia stata inutile fino a qui la trama, perché tutto ciò che è stato fatto vedere per un'ora e mezza circa era puramente inutile!
Tuttavia, scorrendo la scena del funerale finale, i presenti sono i protagonisti con cui il becchino ha avuto a che fare nel sogno e rivivendo tutto come un deja vu, in preda alla follia scappa, nel bel mezzo della celebrazione funebre, lasciando tutti di sasso!

Un film semplice e tranquillo per una serata con gli amici, senza troppe pretese e con una trama divertente per quanto inutile essa sia, colori semi-spenti ed un audio da rivedere probabilmente sono un difetto dovuto all'epoca, tuttavia i difetti di questa commedia saranno messi in ombra dalle scene leggere e spensierate di cui è cosparso il film.

VOTO 2,5/5

Articolo di A. Govoni.

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