ADMIN DOOMSDAY 2012 Autoprodotto Hard Rock |
Gli
Admin nascono in quel di Reggio Emilia in un ormai lontano
2007, da allora molte cose sono cambiate tra cui il batterista,
prontamente sostituito con l'attuale Samuel, verso la fine
dello scorso 2011 il quintetto si è chiuso in sala di registrazione
e finalmente quest'anno il gruppo si è deciso a mostrare al pubblico
di cosa è capace.
Cinque
ragazzi con il fuoco nelle vene ed una capacità poetica a dir poco
impressionante riescono a tirar fuori l'impossibile in un debut
sbalorditivo e ricco di pathos che si spande nell'aria fin dal primo
ascolto. Riff duri come la roccia accostati ad una sessione ritmica
non proprio scatenata, danno vita ad un album come Doomsday.
Sound moderno che attinge a piene mani dal Nu Metal e dal Modern
Rock, lasciando spazio a tratti ben più melodici, sono il programma
con cui il combo reggiano ci propone ben dieci pezzi, sviscerando ciò
che di meglio ha da offrire.
L'album
apre col botto mostrando tutto il carattere di cui dispone la band
partendo dalla titletrack (Doomsday) ruggente e scatenata
svela tutta la grinta di cui dispongono gli Admin, bilanciando al
meglio la ruvidità dei riff in stile modern hard rock con la voce
cristallina del cantante Erik. Recuperando immediatamente la
robustezza dell'opener, Doggystyle ci concede un bis più
melodico e dal refrain accattivante. Proseguendo di pari passo Rain
mantiene alto lo standard, ammorbidendo ulteriormente le sonorità
della prima tripletta.
Rapido
capovolgimento di fronte in vista del giro di boa, il quintetto
mostra la prima dose di poesia con cui frammenta l'irruenza del
proprio debut grazie ad un brano (Forever in Me)
che attinge a piene mani da fonti rock oriented moderne senza
tuttavia mancare di carattere.
Fiamme
metalliche ardono spezzando la melodia della ballad nella
presentazione di Far from Home, ritornello teatrale ed un
ottimo riffing sono la chiave di volta per la riuscita del pezzo.
Recuperando melodia con Break on the World i reggiani fanno un
breve passo indietro, nonostante il riffing in stampo hard rock
mantenga alta la carica.
Tagliente
come lame di rasoio Freedom
da nuova potenza all'album, mostrandosi sempre pronta a decollare
sulle ali di un ritornello diretto come un treno.
Ad un
passo dalla fine un senso di deja vu è concesso con Distractedly,
che rimanda inequivocabilmente all'opener.
Con
un'introduzione degna dei Motorhead, 38
Times si mostra una
perfetta fusione tra presente e passato. Un riffing di pregio ad
opera del duo Diego/Albo lascia rapidamente spazio ad un ritornello
contagioso.
Il
sipario si cala dolcemente sulle nostre orecchie con la seconda
dimostrazione di poesia affidata ad una ben più melodica Ridiculous
che riporta serenità con una danza sulle note in arpeggio.
Un album
che svela ampiamente ispirazioni e talenti del quintetto reggiano.
Ricco di mordente e vitalità, con Doomsday i cinque dimostrano di
lasciare poco o nulla al caso dando vita a dieci brani che raramente
annoiano, dimostrandosi uno dei migliori debut dell'anno.
Line
up:
Erik –
Voce
Diego –
Chitarra
Albo –
Chitarra
Dario –
Basso
Samuel –
Batteria
Tracklist:
1.
Doomsday
2.
Doggystyle
3. Rain
4.
Forever in Me
5. Far
From Home
6. Break
the World
7.
Freedom
8.
Distractedly
9. 38
Times
10.
Ridiculous
SONGWRITING
7,5
REGISTRAZIONE
8,5
COINVOLGIMENTO
8,5
VOTO →
8,2
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