ARCTIC BLAST 2010 Brian Trenchad-Smith Drammatico Altri film dello stesso anno recensiti Animals United Scontro tra Titani The Violent Kind |
Seguendo
l'esempio di film come The Day After Tomorrow, Brian
Trenchad-Smith mette in atto la produzione di Gina Black e
Stefan Wodoslawsky traducendola in una buona ora e mezza
scorrevole senza troppi intoppi, con un film ispirato ma non troppo.
Un film che come molti simili denuncia lo stato d'inquinamento della
Terra a condotta dell'uomo che per circa un secolo non ha fatto altro
che spremere il pianeta, insozzandolo con liquami e gas mortiferi;
tutto ciò come sempre a suo danno.
Nonostante
la grafica del film sia piuttosto deludente (l'effetto congelante dei
malcapitati e degli oggetti) nonostante i milioni di dollari
investiti (la bellezza di 5Ml di dollari!), il film risulta
guardabile grossolanamente parlando, ma lo sarebbe pure di più se la
logica della trama tenesse il passo con la tensione che
“magistralmente” nonostante tutto viene a crearsi, in quanto il
regista Brian riesce a far avvicinare lo spettatore ai protagonisti
del film.
Durante
un'eclissi di Sole, l'ombra creata sulla terra raffredda a tal punto
la mesosfera da creare un foro nell'atmosfera terrestre, tale da far
precipitare la temperatura dell'aria, creando così un fronte freddo
assassino a -60°C in grado di congelare qualunque cosa al semplice
contatto. Toccherà allo scienziato Jack Tate scoprire il modo per
fermare questa inevitabile seconda era glaciale che rischia di
spazzare via l'umanità.
Detta
così sembra anche una trama avvincente, tuttavia non dimentichiamoci
che gli inverni russi sono molto rigidi ed anche se hanno ucciso
almeno un paio di eserciti spavaldi, certamente non l'hanno fatto in
pochi secondi, cosa che invece il fronte freddo in questione è in
grado di fare (ricordiamoci che si parla di un'iniziale temperatura
di -60°C, ridotta alla metà con l'arrivo sulle coste, una
temperatura di -30°C uccide ma non in una manciata di secondi!)
congelando praticamente all'istante qualunque cosa.
Come se
non bastasse, i “riferimenti” a The Day After Tomorrow si fanno
più intensi quando all'arrivo del fronte freddo lo scienziato Jack
dice alla moglie (rifugiatasi coi propri genitori nella casa rurale
di questi ultimi) di bruciare tutto ciò che c'è di combustibile.
Nonostante
la logica traballante, il film fa il suo sporco lavoro intrattenendo
al meglio lo spettatore con lo spettacolare effetto della nebbia che
avanza congelando qualunque cosa ed uccidendo chiunque trovi sul
proprio cammino (richiamando sfortunatamente anche The Fog). Un film
godibile su più punti di vista pur non raggiungendo mai il top.
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