NEROSUBIANCO 1969 Tinto Brass Lion Film Erotico Altri film dello stesso anno recensiti Hercules a New York |
Nato dalla fervida e piccante immaginazione di Tinto Brass, Nerosubianco è un film erotico dei tardi anni sessanta che si
prepone, nonostante i molti spunti osé e psichedelici (di carattere musicale e
non ), di trattare argomenti piuttosto pesanti per l’epoca con una scioltezza
ed una disinvoltura fuori dal comune, senza nulla togliere ad una sana vena
poetica persistente per tutta l’ora e mezza che ci terrà compagnia.
L’utilizzo di diversi spezzoni risalenti ad altro (servizi giornalistici,
documentari e simili), i cosiddetti “stock
footage”, costellano la pellicola di diverse scene apparentemente inutili
ma che ricadono in un contesto ben definito che fa da sfondo ad una trama
tuttavia semplice.
Per la colonna sonora lo stesso Tinto Brass chiese la collaborazione
di una giovane e promettente band inglese che ebbe così l’occasione di
debuttare. Opera dei Freedom, Black on White (pubblicato in via
ufficiale lo stesso anno) non è solo il primo album della band ma anche la
colonna sonora del film, nel quale durante i vaneggiamenti di Barbara il gruppo
compare nei luoghi più disparati suonando i propri brani.
Una giovane coppia si trova in quel di Londra. Separatisi
momentaneamente per motivi di lavoro di lui, Barbara (avvenente donna sessualmente repressa) si trova sola nella
capitale inglese. Pedinata da un uomo di colore, la donna inizierà a “fantasticare”
su di lui nei modi più disparati.
In mezzo alla spensieratezza della trama, di quando in quando si presentano scene che lasciano senza ombra di dubbio perplessi elevando il film ben oltre l’eros, ne è un esempio la scena dell’uomo di colore aggredito perché frainteso per aver attaccato discorso con la donna (tema del razzismo nei confronti degli uomini di colore) oppure lo stacco tra scene d’amore e scene di guerra, in cui Brass spezza la poesia dell’amore libero giudicato “proibito” con una carrellata di scene di campi di sterminio (tema della censura).
In mezzo alla spensieratezza della trama, di quando in quando si presentano scene che lasciano senza ombra di dubbio perplessi elevando il film ben oltre l’eros, ne è un esempio la scena dell’uomo di colore aggredito perché frainteso per aver attaccato discorso con la donna (tema del razzismo nei confronti degli uomini di colore) oppure lo stacco tra scene d’amore e scene di guerra, in cui Brass spezza la poesia dell’amore libero giudicato “proibito” con una carrellata di scene di campi di sterminio (tema della censura).
Un film allucinato e psichedelico (in ogni suo aspetto)
come l’epoca vuole ampiamente sottovalutato, che nonostante tutto si dimostra
attuale ancora oggi.
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