DAMNATION OF ADAM BLESSING DAMNATION OF ADAM BLESSING Settembre 1969 United Artists Records Prog Rock |
Mentre i
Pink Floyd ed i Deep Purple mettevano a ferro e fuoco il Regno Unito
tra progressive e psychedelic rock; con filature proto hard rock,
negli states in quel di Cleveland un chitarrista e la sua band
iniziavano a dar segno della propria presenza, con i primi vagiti che
li porteranno a produrre quattro album ed a restare all'attivo per
oltre quarant'anni con solamente quei 4 full lenght sul proprio
tabellone. È così che Bill Constable, meglio conosciuto come Adam
Blessing getta le fondamenta dei The Damnation, poi ribattezzati
Damnation of Adam Blessing, nome altisonante che indica una
band cui sound sperimentale ha un che di singolare. La band guarda
avanti e tende a sperimentare missando assieme blues, jazz,
psichedelia usando come filo connettore, alle volte, musica classica
o simili.
Nel 1968
la band s'era appena formata e, circa un anno più tardi, verso
settembre del '69, esordirono su United Artists Records con un
album omonimo e discretamente prodotto, dai bassi ben udibili ma dai
riff messi fin troppo in ombra in certi frangenti, tuttavia riuscendo
a far intravedere il genio della band, preferendo i mid tempo a brani
più adrenalinici, senza tuttavia rinunciare ad essere accattivanti e
andando più volte missare elementi jazz che ravvivano l'atmosfera.
Le
sonorità che ci attendono in questo viaggio in musica si diramano
tra mid tempo e ballate, in cui la melodia la fa da padrone. Il riff
hard rock di Cooking Book apre magistralmente le danze
nonostante il ritornello praticamente assente, sino ad arrivare alle
note della magica Morning Dew, tuttora riproposta dalla band
statunitense in sessione live. Le ispirazioni blues emergono in Le
Voyage, ottimi giri di basso sorreggono egreggiamente il riff più
graffiante di tutta l'opera; quindi un irresistibile mix rock n' roll
di fine anni cinquanta sfoggia le proprie venature blues sulle corde
di un basso pizzicato in You Don't Love Me.
Breve
pausa melodica con una ballata che sa di Doors (Strings and
Things) e lasciarci andare al solo acido di Last Train to
Clarksville cover dei The
Monkees di appena tre anni prima.
I
tamburi incalzanti di Dreams ci accolgono verso la tripletta
di chiusura, attraverso un mid tempo contagioso dal riffing melodic
rock.
Basso in
primo piano e via per le strofe di Hold On, brano blues rock dal riff
vivace che preannuncia il calar del sipario, lentamente Lonely si
spande nell'aria, ballata blues rock dal finale a sorpresa.
Una band
che guardava avanti come tante, la cui produzione avrebbe meritato
maggior riguardi e che avrebbe meritato maggior attenzione in fase di
registrazione.
Line up:
n. d.
Tracklist:
1. Cookbook
2. Morning Dew
3. Le' Voyage (ascoltabile qui)
4. You Don't Love Me
5. Strings and Things
6. Last Train to Clarksville (cover dei The Monkees)
7. Dreams (ascoltabile qui)
8. Hold On
9. Lonely (ascoltabile qui)
SONGWRITING 7.5
REGISTRAZIONE 6
COINVOLGIMENTO 7,5
VOTO -> 7/10
Nessun commento:
Posta un commento