sabato 8 settembre 2012

A NIGHT WITH: DANIELE LIVERANI

DOPO AVER RECENSITO IL TERZO ALBUM DA SOLISTA DI DANIELE LIVERANI, CONOSCIAMO MEGLIO IL PROGETTO E L'ARTISTA IN QUESTA INTERVISTA!

Cominciamo l'intervista quindi, qui con noi c'è Daniele Liverani, ciao Daniele e benvenuto!
Grazie! Buona serata anche a te!

Dopo tanti progetti all'attivo sei giunto al terzo album da solista! Cos'è cambiato dal tuo esordio di fine anni '80?
Beh è cambiato molto sotto l'aspetto dell'esperienza, ovviamente, ma credo che la passione e l'entusiasmo non siano cambiati. Credo di avere sempre lo stesso approccio molto naturale ed istintivo nei confronti della musica, anche se l'esperienza di tanti album e produzioni ovviamente ti porta ad essere un po' più preparato dal punto di vista della gestione degli eventi; spesso volutamente lascio che il caso e l'istinto prendano il sopravvento.

Qual è l'album che ti ha segnato maggiormente?
Tra i miei intendi?
Quelli in cui hai lavorato, quindi i tuoi, quelli di Genius e Twinspirits...
Allora mmm è difficile sceglierne uno, perché alla fine ognuno di quei dischi contiene una storia dietro, una situazione, amicizie e collaborazioni che rendono ognuno di loro molto unici; però se dovessi sceglierne uno, credo che il primo episodio di Genius: A Rock Opera sia stato l'album che forse mi ha entusiasmato di più, se non altro perché tutto sommato è stato il primo album nel quale ho potuto collaborare con cantanti che erano stati i miei idoli. In definitiva: Steve Walsh, John Wetton, Mark Boals. Ho studiato su Trilogy di Malmsteen per anni, capisci? Ed avere la voce di Mark disponibile per i miei brani è stato davvero qualcosa di indescrivibile a livello emotivo.

Veniamo al presente, raccontaci un po' come sono nati gli undici misteri!
Negli ultimi anni ho iniziato una serie di letture che spaziano su tematiche di filosofia, antiche culture, antiche religioni e argomenti similari, ed ho raccolto durante queste mie letture una serie di concetti e di immagini che mi sono rimaste impresse, quindi le ho riorganizzate in questi 11 misteri appunto. 
Ognuno di questi brani racchiude in se il tentativo di creare una sorta di colonna sonora per il tema trattato che è descritto da una breve frase che si può leggere nel booklet e anche ascoltare nel disco qua e la nei momenti più cinetici dell'album, questi 11 misteri sono quindi alcuni dei concetti che più mi hanno intrigato presi da queste letture. Sarebbero troppe da citare, ma comunque il concetto base su cui poggia l'album è la suddivisione della nostra esistenza nei 3 aspetti base del nostro io: personalità, corpo e spirito.
Tutto l'album gira attorno all'interazione che questi 3 aspetti del nostro esistere pongono in essere durante tutte le fasi della nostra vita attraverso tutti i brani, quindi, ho approfondito tutta una serie di emozioni e di significati che ho tratto da queste mie riflessioni. Uno dei misteri principali è, ovviamente, quello della fine materiale e spirituale della vita, quindi quando il corpo cessa di esistere, lo spirito e la nostra personalità cessano anch'esse? Di base sembrerebbe qualcosa che ha a che fare con una sorta di domanda religiosa, ma l'approccio che ho mantenuto nel disco è molto generico, non si ispira a nessuna religione in particolare ma solo ad una riflessione e un tentativo personale di delineare qualche ipotesi o per lo meno approfondire le domande che si pongono di fronte a questi grandi misteri.

Qual è il mistero su cui ti sei soffermato maggiormente? Diciamo che senti più vivo.
Ovviamente è l'ultimo, quello descritto dalla song "Eternal" e che si riferisce alla morte, che è anche la song più lunga; è un paradosso in effetti sentire più vivo il mistero della morte, però inevitabilmente credo che sia uno dei misteri più profondi che da sempre ha affascinato e spaventato l'umanità.

A chi ti sei ispirato maggiormente a livello strumentale?
Il mio background parte dalla musica classica, da bambino ho iniziato con il piano ed ho percorso tutto il tracciato dei grandi compositori (Mozart, Bach, Beethoven, Chopin), poi sono approdato al rock e al metal da teenager e i musicisti che mi hanno folgorato per primi sono stati sicuramente AC/DC e Van Halen, poi a seguire, chitarristicamente, ho scoperto Malmsteen che mi ha aperto tutto un mondo. Da lui ho tratto l'ispirazione di portare le mie nozioni classiche pianistiche in ambito rock e metal e soprattutto sulla chitarra, strumento che mi ha fatto entrare nel mondo del Rock a mio avviso. Poi altri musicisti che mi hanno ispirato molto sono stati Vai, Jason Becker e Marty Friedman, Gilbert, i Dream Theater ovviamente... ma sarebbe difficile elencarli tutti! Questi che ho menzionato sono senz'altro  tra i principali comunque.

Quanto tempo ti ci è voluto complessivamente per comporre il lotto di misteri?
Direi circa un paio di anni, ho iniziato ai primi del 2010 - se ben ricordo - a scrivere la musica per Eleven Mysteries, anche se ero impegnato anche in altri album con i vari progetti, ho deciso di ritagliare comunque un po' di tempo per realizzare questo album.
Direi che il tempo ha comunque dato i suoi frutti!
Me lo auguro! Ad ogni modo ci vuole tempo per fare le cose per bene, sia compositivamente che a livello di produzione, curare tutto è un processo molto minuzioso e ci vuole pazienza.
Di Humiliation, invece, che mi dici?
Humiliation è una delle song più aggressive e scure dell'album, direi. L'accordatura più grave delle chitarre contribuisce in questo senso, è una song molto cadenziata e credo che sia una delle più energiche del disco, a livello concettuale descrive la rabbia del sentimento dell'umiliazione, una emozione che tutti, prima o poi, siamo chiamati a sperimentare nella vita e, solo sperimentandola, possiamo in qualche modo superarla ed ucciderla, uscendone più forti!

Secondo te cos'è più importante: la tecnica o il cuore, per un artista?
Sono 2 caratteristiche che possono coesistere, a mio avviso, e una serve all'altra, se non si ha cuore o qualcosa da dire, la tecnica non serve a niente, se comunque si ha cuore e qualcosa da dire ma non si dispongono i mezzi tecnici per poter esprimersi, può essere un problema in egual modo, a mio avviso ovviamente l'ago della bilancia pende più verso il cuore, ritengo più importante il cuore rispetto alla tecnica, indubbiamente, però una giusta commistione è quello che permette all'artista di esprimersi al meglio, non mi ha mai spaventato la tecnica e non la ritengo una fonte di aridità a prescindere, quando è al servizio di qualcosa che si vuole esprimere, che ha contenuti emozionali, risulta essere un'ottima risorsa.

Qual è il pezzo che ti ha fatto dire "farò il musicista"?
Più che il pezzo, potrei risponderti con l'album. Ricordo ore e ore passate ad ascoltare l'album "If You Want Blood, You've Got It" l'album live ufficiale degli AC/DC e l'adrenalina di quel live, la potenza di quella band/situazione è stata davvero qualcosa che ha smosso la mia vocazione da musicista rock; poi ho proseguito verso un genere più progressive e, diciamo, complicato e sperimentale se vogliamo, ma le mie radici nascono con quegli ascolti, AC/DC e Van Halen.

Hai qualche rimpianto che hai lasciato dietro di te?
A livello musicale mi sarebbe piaciuto avere Jame LaBrie nella mia trilogia Genius, ma purtroppo non si è potuto realizzare come sogno; ma non si può parlare di rimpianto direi, non ne ho di veri e propri.

Facciamo un salto indietro nel tempo, il Daniele di Me and Me Too avrebbe mai pensato di arrivare sin qui?
Mah.. a quell'epoca avevo 18-19 anni, sicuramente per me la musica era qualcosa di istantaneo, era il presente ed era un divertimento assoluto, ad essere sincero, non mi ponevo nessun obiettivo in quel periodo; ho iniziato a lavorare molto dal punto di vista di cercare di realizzare progetti più concreti a livello discografico molto più avanti, direi 5-6 dopo con il gruppo Empty Tremor, ma sicuramente tutti i dischi e le collaborazioni che sono riuscito a realizzare sono state una sorpresa per me, alla fine uno lavora sodo e cerca di realizzare i progetti con il massimo dell'intensità e dedizione, ma si resta comunque stupiti se qualche risultato arriva, perché è talmente difficile che è naturale che di stupore si parli.

Volgendo al domani, cosa vedi?
Al momento vedo molta chitarra, sto riassaporando questo strumento che per troppo tempo avevo accantonato, per il futuro prossimo vedo un nuovo album da solista, stavolta cantato non - non so se sarà una rock opera nuova o un concept.

Ok credo possa bastare! Vuoi lasciare un messaggio ai lettori?
Un saluto a tutti i lettori e a tutti coloro che mi hanno supportato in questi anni e un ringraziamento speciale a te, ovviamente, per questa ottima chiacchierata! Direi una delle interviste più interessanti che ho fatto ultimamente!

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