Hanno rilasciato una prima creatura, sono giovani e con tanta voglia di sfondare, eccoci a parlare con Guido Chiereghin dei Kaliage per saperne di più sulla band e sul loro lavoro: White Oblivion.
Quanto tempo avete lavorato alla vostra prima creatura e come vi siete sentiti quando l'avete ultimata?
Guido - Abbiamo cominciato a metter su i prototipi dei brani già nell'autunno del 2010, ma senza un idea ben definita di cosa stessimo facendo. Quasi un anno dopo, dopo un paio di concerti, abbiam deciso di fare un passo oltre dando una scadenza ad un obbiettivo, ossia la registrazione dei brani, in modo da dare un senso a tutto quel tempo passato in saletta. In definitiva siamo arrivati fino alla registrazione con i pezzi ancora molto grezzi e coi testi ancora un po' titubanti; dopo l’ascolto della prima bozza del master abbiamo capito il valore che avevano per noi questi pezzi e, con ciò, siamo riusciti a concluderli in maniera molto soddisfacente. Finalmente dopo anni assieme ci siamo sentiti una band a tutti gli effetti!
Qual è, secondo te, il brano meglio riuscito? C'è un brano che amate particolarmente riproporre live?
G - Secondo me Naturalized Citizen è decisamente il brano più completo dal punto di vista compositivo fra i quattro: ha i colori, le sfumature e le caratteristiche che ci rappresentano; un misto di sonorità che viaggiano a pari passo con gli stati d'animo rappresentati dal testo.
Per quanto riguarda il live, il pezzo che amiamo suonare maggiormente è White Oblivion; ci permette di lasciarci andare ed esser trascinati da ciò che stiamo eseguendo.
Come hanno influito le vostre esperienze personali con White Oblivion?
G - Noi quattro abbiamo suonato assieme per molti anni in cover band senza concludere praticamente niente; le cover non facevano per noi. In questo progetto abbiamo convogliato tutte le nostre influenze, la nostra musicalità, le nostre filosofie che, ovviamente, non potevamo essere espresse suonando pezzi altrui. Siamo partiti con una concezione musicale (e non solo) generale giungendo, a post registrazione, ad un altra, più matura e più consapevole di quello che stavamo e stiamo facendo.
Puoi parlarmi maggiormente di Love Child?
G - Ho intitolato il brano “Love Child” perchè il testo parla di uno dei più grandi “figli illegittimi” della storia umana, Gesù; gli do un tale appellativo poiché, già prima di lui, per esempio, in Krishna e Mitra, possiamo ritrovare la stessa figura del figlio di Dio morto crocifisso, martire per l’umanità, la Chiesa non ha fatto altro che adattare la storia più “romantica” del suo tempo, a molti già nota. Credo che l'unico appiglio alla fede traballante in questo personaggio sia la sola paura del nulla dopo la morte; poche persone non prendono seriamente terrore al pensiero di “finire” assieme a questa vita, definitivamente. La musica mi ha dato la possibilità di esternare questi pensieri, le mie riflessioni, la rabbia e la vergogna che, tramite altre forme espressive, non avrebbero preso vita, poichè ogni singola parola si carica di significato solo e grazie all'intenzione musicale.
Avete già in mente qualche idea per un futuro sequel?
G - Abbiamo in progetto di registrare un full-length, un vero e proprio album, per il 2014.
Le nuove idee verrnano già proposte durante i live e faranno parte di questo nuovo lavoro; in più verranno riarrangiati i pezzi già presenti nell'EP.
Quali sono i vostri prossimi live?
G - Stiamo pianificando le date per la primavera e per l'estate che stanno arrivando, le pubblicheremo il prima possibile sulle nostre pagine online.
I tre album di cui non potete fare a meno?
G - Beh, senza ombra di dubbio Aenema dei Tool, capolavoro di Keenan e soci, seguito dall'innovativa opera dei The Ocean di Robin Staps, Anthropocentric, band berlinese che ha saputo ridare un senso al genere metal moderno, arrivando sino allo storico Moving Pictures dei Rush, opera cardine del panorama prog anni 70/80. Sicuramente pezzi di storia della musica moderna che non mancheranno mai nelle nostre playlist.
Volete lasciare un messaggio ai nostri lettori?
G - Ringraziamo tutti quanti per l'attenzione dedicataci, siamo lusingati dal vostro interesse. Informatevi, leggete e ascoltate per rendervi forti, cercate di assimilare tutto ciò che mette in moto il cervello, la musica ci aiuta sicuramente in questa "missione". Spero che il nostro lavoro sia gradito a voi e a molti dei vostri lettori, solo tramite l'approvazione e il sostegno possiamo continuare a nel nostro intento spingendoci sempre più oltre. Passate e lasciate un segno sulla nostra pagina di facebook (http://www.facebook.com/kaliageitaly ), leggete, ascoltate e supportateci! Rock on!
..Shape your Yuga..
Nessun commento:
Posta un commento