giovedì 26 dicembre 2013

HERO OF TODAY: MISS ELIANA

UNA VITA SPESA PER LA MUSICA QUELLA DELLA BELLA E BRAVA ELIANA CARGNELUTTI ELIANA, IN ARTE MISS ELIANA; DOPO UN ATTENTO ASCOLTO DEL SUO PRIMO LAVORO, LOVE AFFAIRS, ECCOMI A FARE DUE CHIACCHIERE CON LEI PER CONOSCERE MEGLIO L'ARTISTA E IL FRUTTO DEI SUOI SFORZI!

Ciao Eliana e benvenuta tra le pagine di The Bible of Metal! Primo album in uscita dopo un'intensa attività live che ti ha vista impegnata in due tour americani ed uno a Tokyo, immagino la soddisfazione per aver visto prender forma i tuoi progetti in Love Affairs!
Ciao ragazzi e grazie mille dell’attenzione che avete dato a questo mio primo disco. Dopo aver militato in tante formazioni diverse, ho scoperto sempre più la mia personalità, le mie qualità, le mie forze ed ho sentito molto chiara la necessità di parlare direttamente al mio pubblico. Molti seguono le mie vicissitudini e voglio dare a loro la possibilità di sapere esattamente come la penso, leggendo bene i testi delle mie canzoni: lì c’è tutta la verità.

Quando hai iniziato a lavorarci?
Giunta alla soglia dei “oltre 15 anni con una chitarra in mano”, penso che la realizzazione delle proprie canzoni, sia quelle scritte molto tempo fa, sia quelle più attuali, sia d’obbligo per qualsiasi artista voglia comunicare qualcosa e presentare al pubblico le proprie idee e i propri sentimenti. Ho iniziato a suonare il pianoforte a 7 anni, per poi a 9 passare alla chitarra e non lasciarla mai più! A 13 anni sentivo già dentro me un forte desiderio di evasione e una voglia di libertà di pensiero: sono numerosissimi i diari adolescenziali in cui scrivevo le mie riflessioni, che presto sono dunque diventate musica!

Per l'occasione hai avuto la possibilità di affiancarti ad un veterano come Henderson, che esperienza è stata?
Ho partecipato ad una sua clinic a Sacile l’estate scorsa e dal notevole numero di domande che gli ho rivolto ha evidentemente capito che sono una sua grande fan! Ci ha lasciato la sua mail con la quale l’ho ricontattato nei giorni successivi fino a trovare il coraggio di scrivergli se volesse suonare un solo sul mio Cd, e così è stato, ha registrato il tutto da casa sua. In seguito siamo diventati buoni amici, quando è tornato in Italia ho seguito vari suoi live in trio e, nel mio viaggio in America della prossima estate, penso che passerò a trovare lui e gran parte dei Tribal Tech per fare una bella cena assieme, o magari una jam.

Qual è il brano - secondo te - più riuscito in questo tuo primo album? C'è invece un brano che ti ha fatto scattare la scintilla dell'amore per il tuo strumento?
Penso che tutti i brani mi rappresentino, ma in particolare il primo e il secondo.
Il brano che in assoluto mi ha colpito di più è stato “Lenny” di Stevie Ray Vaughan, live at El Mocambo 1983, visto in videocassetta all’età di 14 anni.

A chi ti ispiri principalmente?
Ascolto davvero tantissima musica diversa, dal rock al jazz, dalla musica sperimentale al pop, quindi mi metti davanti a una domanda difficile, se dovessi scegliere tre chitarristi e tre cantanti che mi piacciono molto sarebbero questi: Steven Tyler, Susan Tedeschi, Peter Gabriel, e Stevie Ray Vaughan, Steve Vai e Mike Stern.

Tra le tue tante esperienze sul palco, qual è quella che t'è rimasta più impressa?
Sicuramente la jam session che ho fatto nel 2009 a Little Rock, Arkansas, assieme a John Craig, chitarrista e musical director di Ike & Tina Turner. Chiunque suoni o ascolti blues, come me, risulta attratto dalla generazione di musicisti neri che hanno dato il via, più di cento anni fa, alla tradizione musicale afroamericana. Una tradizione che dagli uomini del Mississippi passa a W.C.Handy e ai compositori degli anni Dieci, che hanno saputo reinterpretare il blues, per giungere al blues vaudeville e al blues jazzistico degli anni Venti. Little Rock è popolata al 60% da neri e quella sera sembrava davvero di essere nel cuore del Mississippi, ottant’anni fa, a condividere musica, sorrisi appassionati e devoti alla musica. Ho un bellissimo ricordo della serata poiché io e John accompagnavamo il blues esattamente nello stesso modo ed è come se ci conoscessimo da sempre.

Vuoi lasciare un messaggio ai lettori?
La musica è un’arte, e come ogni arte ha bisogno di rinnovarsi, contaminarsi, evolversi. Cerchiamo dunque di non riproporre stereotipi, forme e modelli già conosciuti, cerchiamo di lasciare il nostro tassello inventando davvero qualcosa di nuovo.
Ti ringrazio per avermi dato modo di esprimere i miei pensieri e di presentare il mio primo disco Love Affairs, tutti possono contattarmi sul mio sito, ciao! 

Grazie mille della disponibilità ed in bocca al lupo per il nuovissimo Love Affairs!

di A. Govoni
in collaborazione con Maurizio Mazzarella

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