Lici and Angus + Children of the Damned
Una serata entusiasmante è quella che aspetta a chi entra al Bloom Alternative Zone e come sempre la serata inizia alla grande!
Appena messo piede nel locale il clima familiare ci investe con tutto il suo tepore e la festa non tarda a farsi viva, aiutata da qualche goccia di filtri multicolore versati nei bicchieri da parte del buon Kinder (Matteo Balboni, barman del locale, nda).
La buona musica che fa da sfondo a questa serata, proposta dal buon Torre (Davide Torre, fonico, nonché cantante degli Open Fire, nda) ci culla con le possenti note di Katatonia, Rammstein ed affini, mentre attendiamo la salita sul palco dei veri protagonisti della serata.
Ed è così che verso le undici salgono sul palco pronti per dare il meglio di se un cantante con la sua band, i Lici and Angus.
I ragazzi puntano a dare il meglio di se, proponendo il meglio che i grandiosi Led Zeppelin hanno proposto a noi comuni mortali nel corso degli oltre quarant'anni di onorata carriera. La band si districa da un pezzo all'altro con una discreta dose di carica, quanto basta per accendere i fan più accaniti degli statunitensi di Jimmy Page, nonostante gli acuti del cantante lascino un po' a desiderare, i giri di basso vorticanti sono un ammortizzatore niente male.
I giovani lasciano velocemente il palco, scaldato e pronto per i veri re della serata, i tanto attesi Children of the Damned.
La band, come di consueto porta con se carica ed adrenalina, proponendo un ricco setlist composto dai migliori pezzi di sempre dei ben più celebri Iron Maiden, il colosso NWOBHM (New Wave of British Heavy Metal, nda) britannico guidato attualmente da Bruce Dickinson.
Ed è così che la setlist della band guidata da Alfredo “Pello” Pellini vede staccare da The Number of the Beast a Sanctuary, da The Evil That Man Do, da Iron Maiden – in cui Pello presenta la band – a Run to the Hills, passando per un'energica The Trooper che vede il minuto cantante reggiano caricare il pubblico bandiera alla mano.
Anche gli imprevisti non si fanno mancare, specie quando un corpulento spettatore si alza facendo notare – a suo avviso – che la voce era più bassa del resto degli strumenti, probabilmente perché ad un volume più alto di così il microfono del singer avrebbe fischiato, dopo aver espresso il proprio disappunto l'uomo si allontana col volto paonazzo. Ma nonostante ciò lo spettacolo fila liscio come l'olio tra gli applausi divertiti del pubblico partecipe all'esibizione della band.
Una serata divertente e corroborante, senza impegno; per passare un venerdì sera in allegria e tra amici di vecchia data.
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