mercoledì 30 novembre 2011

TRUEMETAL REVIEW - More Never is Enough - Transatlantic





Sono passati più di dieci anni da quando è nata la superband dalla materia grigia sempre in moto di Mike Portnoy ed ormai giunti agli ultimi mesi di questo 2011 i Transatlantic rilasciano un live album che definire memorabile è dir poco. L'opera viene pubblicata in due edizioni: una contenente 3 CD e l'altra 2 DVD; il live album - per quanto riguarda la versione CD - è la registrazione del live di Manchester, durata più di tre ore di uno dei concerti più intensi della team di Mike, portando il pubblico lontano dal mondo, in un universo parallelo di note e melodie che non conoscono confini e senza cadere mai nella banalità. Oltre 180 minuti di spettacolo, degno dei condotti uditivi più raffinati.

Il live si compone di tre parti, una ampia setlist che prende dal tris di album pubblicati finora da Portnoy e compagnia, la prima delle quali comprende l'apertura del concerto lasciata ad una egregia interpretazione dell'intero full lenght numero tre della carriera degli statunitensi Transatlantic, ossiaThe Whirlwind - uscito nel 2009 - un suite immenso della durata di oltre un'ora che si piazza sul gradino più alto della performance della band.

Il brano si presenta lungo e complesso per un'esecuzione di prim'ordine, che trascina il pubblico per oltre un'ora di emozioni, passando da un'introduzione epica che calza a pennello per la partenza in un viaggio nella musica a riff incalzanti di puro stampo prog. La voce cristallina di Morse accompagna gli spettatori in questo viaggio in note, sorretta dai cori dei colleghi, nonché da una sezione strumentale da brividi.
I primi consensi da parte del pubblico non tardano certo ad arrivare, infatti non molto dopo l'inizio del brano – quanto basta per la fine dell'introduzione strumentale – applausi d'incitamento seguono Trewavas in un giro di basso incalzante e ricco di pathos; consenso che si ripete poco dopo in cui The Whirlwind giunge al suo quinto capitolo Out of the Night, dal refrain coinvolgente e trascinante. Passando ad un altro tratto lasciato al lato più strumentale della band, introdotto dal compiacimento degli spettatori. Alla chiusura – dopo l'ultimo tratto della suite Dancing with Eternal Glory – Whirlwind - i presenti applaudono entusiasti dell'esibizione della band americana.

La parte centrale del live comprende due pezzi presi dal debut album (SMPTe uscito nel 2000, nda)del superteam: All Above You e We All Need Some Light; che cedono il passo a Bridge Across Forever, presa dall'omonimo album (uscito ormai nel lontano 2001, nda).
Il pubblico è in visibilio ed in pochi secondi la numero due del setlist vede iniziare All Above You, ammutolendo i presenti con una serie di note in pieno stampo progressive ricadendo in sonorità anche retrò come di consueto, il tutto guarnito da un ottima serie di giri di basso; fino a sfociare in un riff dalla cadenza funky seguito dagli applausi che accompagnano a ritmo. Anche in questo caso ci troviamo davanti ad un pezzo eseguito splendidamente e davanti a tale show non si può che restare silenziosi, qualcuno esulta timidamente, ma la parola è lasciata agli strumenti che messi nelle mani della band sembrano prendere vita in seguito alle note del brano.
Lasciato a se il secondo gradino della scaletta, il lungo solo strumentale di We All Need Some Lightci accoglie calorosamente nel suo clima fiammingo, il brano parte spedito fino al cantato pulito diMorse caldo ed avvolgente in un puro clima pinkfloidiano che giunge al ritornello in un sound familiare e nostalgico, per poi partire nuovamente in una cascata di note che si susseguono rapidamente.
Chiude la seconda parte dell'opera Bridge Across Forever. Dopo una breve introduzione, le prime note del cantante vengono accolte con un fugace applauso, per proseguire grandiosamente in un clima melodico sui tasti di una tastiera. Un ballad struggente ed intensa.

La parte conclusiva del live è lasciata a due pezzi tratti dal secondo lavoro in studio della band: Duel With the Devil Stranger In Your Soul.
Gli applausi del pubblico si spengono appena il penultimo passo della setlist riscalda l'atmosfera. Ombre scorrono sull'aria alle note di Duel With the Devil, in un continuo passare da note solari a sfumature più scure, che accolgono gli spettatori entusiasti. Acclamazioni accolgono la voce di Neil Morse su toni solenni di un brano fluido e scorrevole nella sua complessità. Fa capolino un omaggio ai Deep Purple nella magistrale esecuzione, in cui vengono inseriti alcuni versi di Highway Star (celebre pezzo dell'album Machine Head del 1972, nda), per poi tornare alle sonorità a cui ci avevano abituato precedentemente, tra i consensi dei presenti, fino ad arrivare ad un entusiastico solo di batteria da parte di Portnoy per raccogliere a se i presenti.
E dopo una nuova ondata di applausi, parte l'ultimo brano della setlist, in un irrefrenabile tribalismo dettato dal maestro Mike, col pubblico che tiene il tempo battendo le mani. Stranger In Your Soulchiude egregiamente il live in una serie di elogi, tra qui un'improvvisazione di Smoke On the Water, secondo omaggio portato agli storici anglosassoni, accolta nel migliore dei modi dal pubblico rimasto incantato dall'esibizione.

Tanta carne al fuoco insomma, per un lungo concerto ricco di magia in cui gli statunitensi danno il meglio di se, mostrando linee vocali e melodiche fuori dal comune, sorrette da una sezione ritmica eccellente. Un'ottima registrazione fa da chiave di volta a questo live album che fa rivivere nel migliore dei modi il concerto di Manchester.

Line Up:
Roine Stolt - Voce, Chitarra, Tastiera
Neil Morse - Voce, Chitarra, Tastiera
Mike Portnoy – Batteria, Voce
Pete Trewavas - Basso, Voce

Setlist:
CD 1
  1. The Whirlwind (1:19:45)

CD 2
  1. All of the Above (31:57)
  2. We All Needs Some Light (10:22)
  3. Bridge Across Forever (06:02)

CD 3
  1. Duel with the Devil (28:48)
  2. Stranger in your Soul (33:17)
VOTO 85

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