domenica 8 gennaio 2012

A NIGHT AT: BLOOM ALTERNATIVE ZONE 9-12-2011

All Inn + Mollys Lips
Serata carica quella che attende chi varca la soglia del Bloom Alternative Zone, o almeno così è solitamente, all'insegna della buona musica, dei buoni amici e del clima familiare che si può ritrovare tra un bancone e l'altro, assaporando un cocktail del buon Kinder o una Guinness del buon Balba (Nicola Balboni, barman del bancone birra del BAZ, nda).
La serata inizia lentamente come al solito, con l'aria elettrizzata dalla musica in sottofondo ad opera di Torre (Davide Torre fonico del locale nonché cantante degli OpenFire, nda), mentre i gruppi che saliranno di li a poco sul palco chiacchierano animatamente tra loro.

La serata prende vita nella maniera più sbagliata, con l'entrata in scena degli All Inn, cover band che ci propina una sfilata di pezzi hard n' heavy passando dall'hard rock al metal dei primi anni 80 al punk rock fino al rapcore dei Rage Against the Machine.
Sfortunatamente per il pubblico, tuttavia, la carica con cui salgono i cinque non è pari alla qualità dello spettacolo. Aprono la setlist – composta da una decina di brani – con un classico dei thrasher statunitensi Megadeth, A Tout Le Monde, la cui introduzione viene leggermente storpiata da una delle chitarre.
Proseguendo con ordine troviamo altri classici dell'hard rock come Born to Be Wild e Living After Midnight eseguiti senza troppi problemi. Si prosegue con Long Way to the Top (If You Wanna Rock'n'Roll) del pilastro australiano AC/DC e Breaking the Law, altro classico di inizio anni ottanta targato Judas Priest.
E poi abbiamo il brano che maggiormente rispecchia ciò che potrà dare la band in futuro. Con la scordata Killing in the Name of dei Rage Against the Machine, la band dimostra di avere grinta e doti ma ancora non ben consolidate. Brano sicuramente non facile da riproporre per il quale serve una certa preparazione specialmente al basso, leggermente scordato.
Un basso non male da parte di Leonardo Stupazzoni, fratello di Lorenzo Stupazzoni (uno dei chitarristi, nda). Tuttavia per quanto riguarda la parte cantata della prima parte della serata risulta essere non propriamente adeguata rispetto al resto della band; nettamente più alta di tono Federica dimostra di avere una gran voce sfortunatamente non giustamente calibrata con l'operato degli altri ragazzi, risultando fuori luogo.

Non abbiamo il tempo di prenderci un drink che poco dopo la fine della prima parte della serata rock veniamo immediatamente accolti con la salita sul palco dei Mollys Lips veri protagonisti di questa serata all'insegna dell'hard n' heavy. I Mollys Lips propongono ad un pubblico affamato di grunge, 20 tra i più conosciuti pezzi dei Nirvana, essi infatti sono una tribute band dell'allora gruppo guidato dal buon vecchio Kurt. Due vecchie conoscenze sono presenti sul palco per l'occasione, alla chitarra troviamo infatti Ely ed al basso Laura, entrambe provenienti dalla formazione delle Diamond Beast.
Abilmente il gruppo fa continui passaggi dall'elettrico all'acustico ed il vocalist, alias Fabio Ognibene, imbraccia un pezzo si e due no la chitarra acustica con pennate eleganti sulla sei corde.
I pezzi si susseguono uno dopo l'altro, passando da Dumb a About a Girl, toccando il classico Come as You Are, fino ad arrivare a Breed, di cui il cantante fa un piccolo accenno alle tematiche della lyric.
Nonostante l'attacco al decimo pezzo della setlist sia avvenuto con un brano di meno e nonostante la chitarra acustica distorta nella tripletta in acustico preannunciata dal cantante (cantante dalla voce non proprio perfetta) il live procede senza sosta fino alla fine della scaletta senza troppi intoppi.

Una serata strana quella di venerdì 9 chissà cosa riserberanno le serate del Bloom Alternative Zone ai suoi discepoli?

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