sabato 25 febbraio 2012

BIBLE REVIEW "LOST IN TIME": BAKERLOO

BAKERLOO - BAKERLOO

Rilascio: 1969

Nazione: UK
Label: EMI Records
Genere: Blues Progressive Rock con influenze
 jazz.
Nei meandri del mondo della musica di un'epoca ormai remota si può udire a gran voce l'eco di una band di cui il mondo si è ormai dimenticato. Un eco che lentamente prende forma in quel che sembra un terzetto che nonostante tutto si è fatto valere al meglio, successivamente allo scioglimento della formazione.
I Bakerloo sono un trio inglese composto da Dave Clempson, Terry Poole e Keith Baker. A seguito dello scioglimento dei primi due si sentirà ancora parlare, Dave infatti proseguirà in altre band tra cui gli Humble Pie, mentre Baker continuerà la propria carriera fino a trovare spazio negli Uriah Heep.

I Bakerloo nonostante tutto il talento dimostrato in quanto tecnica non lasciano un gran repertorio alle proprie spalle, una carriera rapida e fulminante che li vede dare alla luce una BBC Session ed un album omonimo, Bakerloo rilasciato nel 1969 poco prima della disfatta della band.
Prodotto e confezionato artigianalmente in casa EMI Records da Gus Dudgeon (nome che sicuramente verrà ricordato più per collaborazioni tra le altre con Davide Bowie, i Rolling Stones, Elton John ed altri artisti di grosso calibro), l'album conta appena sette pezzi, una tracklist breve ed intensa racchiusa da un artwork oscuro e profonda quanto i bassi e le sfumature dell'opera stessa.

Bakerloo è un album unico nel suo genere, non sono molte le band in grado di passare tanto abilmente da un genere all'altro, vorticando su note che passano dal blue al folk, dal rockabilly al jazz e via dicendo.
L'opener dell'album ne è un chiaro esempio che ci introduce al meglio in un album in cui la sessione strumentale viene messa in primissimo piano, sono infatti pochissimi i brani in cui sentiremo la discreta voce di Dave Clempson. Con Big Bear Ffolly la band si lancia su ritmi incandescenti e riff dalle movenze blues rock infuso in un rockabilly scatenato.
Dopo un inizio magistrale si continua su note folk/county con un'armonica a bocca che si alterna alla voce di Clem che, nonostante si senta ben poco, fa la sua comparsa in Bring In On Home; lento blues in cui l'armonica, per l'appunto, rende tutto più caldo ed avvolgente, quasi come stare nel deserto.

Elementi di musica classica abilmente si accostano con i bassi trascinanti del numero tre della tracklist, che in una manciata di note squilla la propria presenza ed il proprio brio. Riff neoclassico contraddistingue Drivin' Bachwards, brano strumentale (come la maggior parte dei pezzi che compongono l'album) che dimostra grande classe, nonostante la semplicità.
Di qui, unendo un lento blues ad elementi psichedelici latenti, otterremo un brano che molto ricorda la futura Planet Caravan dei ben più conosciuti Black Sabbath. Durante la propria fugace carriera, i Bakerloo Blues Line (nome completo della formazione) fecero una piccola tournée con gli Earth (nome che precede quello di Black Sabbath) e probabilmente tale brano ispirerà Iommi & Co. Dopo un'introduzione protratta per un paio di minuti abbondanti, Last Blues volge su ritmiche ben più trascinanti per poi tornare alle note di apertura, ben più nebbiose e mistiche, come se ci si trovasse in un miraggio.

Appesantendo nettamente la presenza della chitarra con riff più graffianti che lasciano il segno, il quinto pezzo dell'album si manifesta in un'orgia di suoni, rendendo il titolo quantomai azzeccato. Gang Bang si mostra come un mix blues jazz che durante l'intro accenna l'inno francese.
Un solo da parte di Clem ci introduce per le prime battute di un lento blues che tanto riporta alla mente i bassi fondi di una metropoli, le menti offuscate, i bicchieri di whiskey annacquato ed i polizieschi di qualche anno prima. Dolci amare le note di This Worried Feeling, risuonano riempiendo l'aria come il fumo leggero in un bar anni 40.
La più pesante traccia dell'album i Bakerloo la lasciano per il gran finale, per chiudere in bellezza un album dalla forte presenza strumentale, che esplode definitivamente con un brano blues rock più heavy del normale. Riff quasi heavy rock per le note di Son of Moonshine, brano che calza a pennello per una chiusura coi fiocchi con quattordici minuti di ottima musica.

Un album dimenticato dal mondo che meritava ben più attenzione, prodotto con cura strumentale che riassume al meglio vent'anni di musica ('40s – '60s) rendendo tutto dinamico ed estremamente piacevole, lasciando poco spazio alle linee melodiche vocali in cui sentiamo un Clem che comunque fa il suo lavoro.

Line up:
Dave “Clem” Clempson – Chitarra, tastiera e voce.
Keith Baker – Batteria
Terry Poole – Basso

Tracklist:
1. Big Bear Ffolly
2. Bring In On Home
3. Drivin' Bachwards
4. Last Blues
5. Gang Bang
6. This Worried Feeling
7. Son of Moonshine

PAGELLA
SONGWRITING 9
REGISTRAZIONE n. p.
COINVOLGIMENTO 8,5

VOTO → 8,75/10

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