FIREWORKS ANGRA 1998 Steamhammer Records Power Metal < Precedente Holy Land (1996) Successivo > Rebirth (2001) |
Dopo
essersi giocati un jolly non sempre si è in grado di superare o
anche solo eguagliare l'efficacia di tale carta, lo stesso è
accaduto agli Angra dopo l'uscita di Holy Land. Raggiunta la vetta
con un album che si distacca notevolmente da Angels Cry, elevandosi
ad un livello superiore in appena tre anni, con Fireworks abbiamo una
regressione, abbassando i propri livelli ad un power metal di stampo
classico che seppur ricco di mordente in più frangenti, non appaga
chi probabilmente si sarebbe aspettato un'altra perla.
Avvicinandosi
più ad uno stile pacchiano ed adagiato, i carioca guidati dal
plettro di Kiko Loureiro e dalla squillante voce di Matos mettono nel
sette un album dal sound sempre più happy power, appoggiandosi più
che in precedenza ad un collaudato stile di origini teutoniche
(Helloween e Gamma Ray per la maggiore). Poche sono le tracce che
portano ancora i segni di gran creatività che negli scorsi capitoli
hanno contraddistinto i verdeoro in mezzo alla folla di band power
metal che nel frattempo si stavano facendo strada.
Dei
dieci brani, undici per la versione giapponese che vede Rainy Nights
come bonus track, l'apertura viene lasciata ad una canzone che ha
tutta la festosità propria di fine anni ottanta di casa Helloween,
Wings of Reality pezzo dal riffing solare ed allegro con
qualche passaggio di ritmica qui e là, ornato da un refrain in
stile; un leggero assaggio che apre le danze a Petrified Eyes
dall'introduzione particolare in cui blues e jazz si incontrano
in un abbraccio mistico, per poi lasciar rapidamente spazio ad uno
speed riffing su di un ritmo serrato davvero niente male.
Breve
stacco melodico su note di Lisbon, brano dall'intro vagamente
elettronico che volge in un arpeggio e linee vocali che tanto
riportano alla mente A Tale That Wasn't Right (Helloween); per poi
passare di scatto a Metal Icarus, un'energia sferzata dai riff
incalzanti e graffianti, gettati su di un power con sporadici
riferimenti classici. Stoccate happy power si susseguono una dopo
l'altra (Paradise, Mystery Machine, Fireworks,
Extreme Dream) mettendo in evidenza le proprie ispirazioni,
nonostante risultino molto orecchiabili.
A
chiudere le danze abbiamo Gentle Change, una ballata
melodica che guarda ai lavori in studio precedenti della band; che fa
da preambolo a Speed, un colpo di coda finale che mostra tutta
la briosità di cui dispone il gruppo con la solarità di un happy
power metal.
Una
buona esecuzione, un album carino che tuttavia non supera l'ardua
prova di tener testa ad un masterpiece come Holy Land, risultando più
pungente ma meno personale e vario di quanto non fosse il secondo
album. Uno smacco, che tuttavia potrà trovare posto nel cuore dei
fan dei primi Helloween.
Line up:
André Matos - Voce
Kiko Loureiro - Chitarra
Rafael Bittencourt - Chitarra
Luis Mariutti - Basso
Ricardo Confessori - Batteria
Tracklist:
1. Wings of Reality
2. Petrified Eyes
3. Lisbon
4. Metal Icarus
5. Paradise
6. Mystery Machine
7. Fireworks
8. Extreme Dream
9. Gentle Change
10. Speed
11. Rainy Nights *
* Disponibile solo per l'edizione Giapponese
SONGWRITING 7
REGISTRAZIONE 7,5
COINVOLGIMENTO 6,75
VOTO -> 7,1/10
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