sabato 16 giugno 2012

BIBLE REVIEW: ANGRA - FIREWORKS

FIREWORKS
ANGRA
1998
Steamhammer Records
Power Metal


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Dopo essersi giocati un jolly non sempre si è in grado di superare o anche solo eguagliare l'efficacia di tale carta, lo stesso è accaduto agli Angra dopo l'uscita di Holy Land. Raggiunta la vetta con un album che si distacca notevolmente da Angels Cry, elevandosi ad un livello superiore in appena tre anni, con Fireworks abbiamo una regressione, abbassando i propri livelli ad un power metal di stampo classico che seppur ricco di mordente in più frangenti, non appaga chi probabilmente si sarebbe aspettato un'altra perla.
Avvicinandosi più ad uno stile pacchiano ed adagiato, i carioca guidati dal plettro di Kiko Loureiro e dalla squillante voce di Matos mettono nel sette un album dal sound sempre più happy power, appoggiandosi più che in precedenza ad un collaudato stile di origini teutoniche (Helloween e Gamma Ray per la maggiore). Poche sono le tracce che portano ancora i segni di gran creatività che negli scorsi capitoli hanno contraddistinto i verdeoro in mezzo alla folla di band power metal che nel frattempo si stavano facendo strada.

Dei dieci brani, undici per la versione giapponese che vede Rainy Nights come bonus track, l'apertura viene lasciata ad una canzone che ha tutta la festosità propria di fine anni ottanta di casa Helloween, Wings of Reality pezzo dal riffing solare ed allegro con qualche passaggio di ritmica qui e là, ornato da un refrain in stile; un leggero assaggio che apre le danze a Petrified Eyes dall'introduzione particolare in cui blues e jazz si incontrano in un abbraccio mistico, per poi lasciar rapidamente spazio ad uno speed riffing su di un ritmo serrato davvero niente male.
Breve stacco melodico su note di Lisbon, brano dall'intro vagamente elettronico che volge in un arpeggio e linee vocali che tanto riportano alla mente A Tale That Wasn't Right (Helloween); per poi passare di scatto a Metal Icarus, un'energia sferzata dai riff incalzanti e graffianti, gettati su di un power con sporadici riferimenti classici. Stoccate happy power si susseguono una dopo l'altra (Paradise, Mystery Machine, Fireworks, Extreme Dream) mettendo in evidenza le proprie ispirazioni, nonostante risultino molto orecchiabili.
A chiudere le danze abbiamo Gentle Change, una ballata melodica che guarda ai lavori in studio precedenti della band; che fa da preambolo a Speed, un colpo di coda finale che mostra tutta la briosità di cui dispone il gruppo con la solarità di un happy power metal.

Una buona esecuzione, un album carino che tuttavia non supera l'ardua prova di tener testa ad un masterpiece come Holy Land, risultando più pungente ma meno personale e vario di quanto non fosse il secondo album. Uno smacco, che tuttavia potrà trovare posto nel cuore dei fan dei primi Helloween.

Line up:
André Matos - Voce
Kiko Loureiro - Chitarra
Rafael Bittencourt - Chitarra
Luis Mariutti - Basso
Ricardo Confessori - Batteria

Tracklist:
1. Wings of Reality
2. Petrified Eyes
3. Lisbon
4. Metal Icarus
5. Paradise
6. Mystery Machine
7. Fireworks
8. Extreme Dream
9. Gentle Change
10. Speed
11. Rainy Nights *
* Disponibile solo per l'edizione Giapponese

SONGWRITING 7
REGISTRAZIONE 7,5
COINVOLGIMENTO 6,75

VOTO -> 7,1/10

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