Oh mamma, quanti anni son passati dal precedente album della regina del metal crucco? Cinque, sei? Ed in tutto questo tempo con cosa se n'è uscita? Con un doppio album che più che un doppio sembra una incrocio con una compilation, ma andiamo con ordine.
Dato alle stampe per l'onnipotente Nuclear Blast lo scorso 17 Agosto, Forever Warriors, Forever United è il 13esimo - nonché doppio - album della cantante teutonica che a in quanto vocals si dimostra sempre in forma più che mai. Attualmente l'album è disponibile in doppio CD, tuttavia, probabilmente per accontentare un po' tutti, dal prossimo 5 Ottobre (2018) le due parti saranno disponibili anche separatamente, in quando decisamente eterogenee tra loro, a conti fatti complementari: da un lato abbiamo infatti Forever Warriors, vera anima d'acciaio - inox probabilmente, vista l'inossidabilità - del disco, caratterizzata da riff curati, estremamente diretti e carichi di mordente anche quando tentano di essere vagamente profondi date le tematiche, tipo If I Can't Have You - No One Will, pezzo di spessore in cui la bella Doroty borchiata ha a che vedersela con un duetto con una male vocals singolarmente aggressiva data la media classic dell'intero disco, in quanto alle tematiche il titolo del brano lascia ben poco alla fantasia.
A questa prima parte si contrappone prepotentemente Forever United: se la prima infatti rappresenta il lato guerriero inossidabile eccetera eccetera, questa rappresenta ciò che c'è sotto la corazza, ossia un cuore pulsante, emotivo, sangue caldo che scorre pompato senza sosta da un muscolo instancabile per quanto possa affrontare, tutto ciò rappresentato, se vogliamo, al meglio, ovvero con un'overdose da ballad, caratterizzate per lo più da riff lenti, alle volte d'influenza poppeggiante ed assoli curati, tra cui spiccano senza dubbio Heartbroken e Love is a Sin, quest'ultima introdotta da un parlato che ne arricchisce il pathos. Da ciò si discostano Resistance e Fight Through the Fire, che, per quanto energici e faciloni, probabilmente figuravano meglio nella prima parte, mentre qui sono appena una botta di vita anche se a conti fatti c'entrano come il cavolo a merenda, tanto valeva infilarci anche Raise Your Fist in the Air come bonus track.
A conti fatti la prima parte (Warriors) è decisamente più curata della seconda (United) sia per quanto riguarda il songwriting più ricco e variegato, sia per quanto riguarda la registrazione, che ne enfatizza, se vogliamo l'anima d'acciaio, rivelando appena un 50% di riuscita per quanto riguarda il colpaccio chiamato album doppio.
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