NO NEED TO REASON KONTINUUM 6 Luglio 2018 |
A tre anni dalla release del loro secondo capitolo discografico, i figli del nord continuano la loro avventura toccando il fatidico terzo album con il magistrale No Need to Reason, disco d'indubbio spessore in cui il quintetto capitanato da Birgir Thorgeirsson con la partecipazione di Axel Arnason e Arnar Gudjonsson svelano senza troppa vergogna, nelle 10 tracce di cui è composto, tutta la propria ispirazione tratta dal doom rock di casa Depeche Mode, riempiendo il disco di bassi d'eccezione, elettronica arpeggi melodici ma orecchiabili e qualche refrain accattivante, chiudendo sul finale con il pezzo più metallico, duro e spinoso dell'album, ossia Black Feather, superando senza dubbio i graffianti riff di Warm Blood, facendo da perfetto contrasto alla ballata in penombra Two Moons che lo precede.
Volendo fare una tiratina d'orecchi a tutti i costi al quintetto, va detto che un po' di animo extra certamente non fa male, inoltre sporcare troppo la voce come in Neuron in mezzo a tanta eleganza può far storcere nasi, ma che importa, quando il livello generale è così alto?
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