Svegliarsi
in un letto che non è il proprio. Quanto tempo ho dormito? Sempre
che abbia dormito. Magari mi sono svegliato all'inferno o magari ho
visto l'inferno e sono riuscito a sfuggirgli. Che ciò che abbia
visto è tutto un sogno? A no, li ci sono la mia spada e la mia
desert eagle, peccato per un momento ho sperato che l'incubo fosse
finito e di essermi finalmente svegliato.
“Ehi
ben svegliato, temevamo che non ti saresti più ripreso, hai una
brutta ferita al fianco sinistro e probabilmente due costole
inclinate.” una ragazza entrò in quella che sembrava una tenda
tirata su alla meglio. Per istinto provai ad alzarmi per afferrare le
mie armi, ma una fitta terrificante mi costrinse a restare sdraiato.
“Te l'ho detto che sei ferito gravemente, meglio se resti sdraiato,
per il tuo bene, i punti potrebbero riaprirsi.”
Un luogo
fatiscente e scarsamente illuminato iniziava a disegnarsi intorno a
me, i dettagli iniziavano ad affiorare dall'oscurità che prima li
avvolgeva. Una lampada ad olio vecchia di un secolo e mezzo era
appoggiata al suolo e fungeva da unica fonte di illuminazione per
tutto l'ambiente; mentre le mie robe erano appoggiate ad un bastone
piantato nel terreno, vestiti ed armi, mentre il mio zainetto era al
suolo.
“Mi
dici chi sei?” chiese la ragazza.
“Quanto
tempo è che dormo?” risposi.
“Prima
dimmi chi sei.” insistette questa.
“Ormai
chi sono ha poca importanza.” risposi con lo sguardo perso nel
vuoto, il dolore al fianco mi stava uccidendo, l'unica cosa che
volevo era guarire e riprendere il mio cammino.
“Facciamo
così, tu mi dici chi sei ed io ti porto la tua razione di cibo.”
propose la ragazza. Un sorriso luminoso ed occhi scuri, capelli corti
e neri come la notte, molto attraente. Non potei che sorridere a
questa affermazione.
“Jay”
dissi con fare tranquillo. Mi rassegnai e distesi i muscoli.
Allargando il sorriso la ragazza uscì dalla tenda. Arrossii e
distolsi lo sguardo. Peccato, non è stato un incubo... ancora non
so quanto ho dormito... devo riprendermi alla svelta, non so se sono
al sicuro e comunque non posso stare qui a lungo.
La mia
mente correva ben da tutt'altra parte mentre osservavo con sguardo
vacuo il soffitto della tenda, sarà stata alta almeno un metro e
novanta, abbastanza grande da contenere una persona di media statura.
Sarà ancora vivo qualcuno di loro? Farò ancora in tempo a
raggiungerli?
“Eccomi,
so che non è molto ma hai bisogno di mangiare qualcosa, sono sei
giorni che sei privo di sensi e non so da quant'è che non mangi. Il
sapore non è un granché, ma almeno ti darà un po' di energie.”
La
guardai mascherando come potevo l'imbarazzo. Un po' per orgoglio
ferito, un po' perché erano mesi che non vedevo un altro essere
umano, per di più donna. “Grazie...”
“E di
cosa?” disse lei incredibilmente allegra.
“Come
fai ad essere così di buon umore?” chiesi mentre sorseggiavo la
brodaglia praticamente insapore, con un leggero retrogusto di
verdure. Ora come ora fare gli schizzinosi non serve a nulla, ho
bisogno di energie.
“Bisogna
tenere alto il morale, se mi lascio andare allo sconforto o mi lascio
travolgere dagli eventi sarebbe peggio!” rispose lei con fare
allegro. “Tu invece dove sei diretto?”
Non
sono affari tuoi, pensai ma non potevo certamente rispondere così
a chi mi aveva raccolto inerme e salvato da una morte orrenda.
“Ovunque e da nessuna parte..” dissi, con fare vago. “In realtà
sto cercando qualcuno.”
Mi
guardò con aria interrogativa e si sedette accanto a me, mentre
finivo l'ultimo sorso di brodo. Mi guardò negli occhi. “Chi stai
cercando?”
Una
domanda che sembrerebbe scontata, ma non obiettai. “Cerco la mia
gente, sempre se sono ancora vivi.”
“Ti va
di raccontarmi cos'è successo?” chiese lei incuriosita. Il sorriso
era svanito dal suo viso ed aveva assunto un'aria più seria e cupa.
“Sicura?
È una storia lunga.” dissi visibilmente amareggiato.
“Abbiamo
tutto il tempo che vuoi!” sorrise e mi toccò appena un punto
dell'addome coperto da bende, una frazione di secondi dopo un dolore
intenso si propagò per tutto il mio corpo, la testa iniziò a
pulsarmi e strinsi i denti. “Ti ci vorrà un po' a rimetterti in
sesto, quindi perché non mi racconti la tua storia?”
Una
tiepida luce rossastra si vedeva al di là dell'apertura della tenda.
Sarà il tramonto o l'alba? mi chiesi. “E va bene, tutto
cominciò due mesi fa...
Di Alex Govoni
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