martedì 22 maggio 2012

DEATHQUAKE: CHAPTER 1.1 - THE BEGINNING


Svegliarsi in un letto che non è il proprio. Quanto tempo ho dormito? Sempre che abbia dormito. Magari mi sono svegliato all'inferno o magari ho visto l'inferno e sono riuscito a sfuggirgli. Che ciò che abbia visto è tutto un sogno? A no, li ci sono la mia spada e la mia desert eagle, peccato per un momento ho sperato che l'incubo fosse finito e di essermi finalmente svegliato.
Ehi ben svegliato, temevamo che non ti saresti più ripreso, hai una brutta ferita al fianco sinistro e probabilmente due costole inclinate.” una ragazza entrò in quella che sembrava una tenda tirata su alla meglio. Per istinto provai ad alzarmi per afferrare le mie armi, ma una fitta terrificante mi costrinse a restare sdraiato. “Te l'ho detto che sei ferito gravemente, meglio se resti sdraiato, per il tuo bene, i punti potrebbero riaprirsi.”
Un luogo fatiscente e scarsamente illuminato iniziava a disegnarsi intorno a me, i dettagli iniziavano ad affiorare dall'oscurità che prima li avvolgeva. Una lampada ad olio vecchia di un secolo e mezzo era appoggiata al suolo e fungeva da unica fonte di illuminazione per tutto l'ambiente; mentre le mie robe erano appoggiate ad un bastone piantato nel terreno, vestiti ed armi, mentre il mio zainetto era al suolo.
Mi dici chi sei?” chiese la ragazza.
Quanto tempo è che dormo?” risposi.
Prima dimmi chi sei.” insistette questa.
Ormai chi sono ha poca importanza.” risposi con lo sguardo perso nel vuoto, il dolore al fianco mi stava uccidendo, l'unica cosa che volevo era guarire e riprendere il mio cammino.
Facciamo così, tu mi dici chi sei ed io ti porto la tua razione di cibo.” propose la ragazza. Un sorriso luminoso ed occhi scuri, capelli corti e neri come la notte, molto attraente. Non potei che sorridere a questa affermazione.
Jay” dissi con fare tranquillo. Mi rassegnai e distesi i muscoli. Allargando il sorriso la ragazza uscì dalla tenda. Arrossii e distolsi lo sguardo. Peccato, non è stato un incubo... ancora non so quanto ho dormito... devo riprendermi alla svelta, non so se sono al sicuro e comunque non posso stare qui a lungo.
La mia mente correva ben da tutt'altra parte mentre osservavo con sguardo vacuo il soffitto della tenda, sarà stata alta almeno un metro e novanta, abbastanza grande da contenere una persona di media statura. Sarà ancora vivo qualcuno di loro? Farò ancora in tempo a raggiungerli?
Eccomi, so che non è molto ma hai bisogno di mangiare qualcosa, sono sei giorni che sei privo di sensi e non so da quant'è che non mangi. Il sapore non è un granché, ma almeno ti darà un po' di energie.”
La guardai mascherando come potevo l'imbarazzo. Un po' per orgoglio ferito, un po' perché erano mesi che non vedevo un altro essere umano, per di più donna. “Grazie...”
E di cosa?” disse lei incredibilmente allegra.
Come fai ad essere così di buon umore?” chiesi mentre sorseggiavo la brodaglia praticamente insapore, con un leggero retrogusto di verdure. Ora come ora fare gli schizzinosi non serve a nulla, ho bisogno di energie.
Bisogna tenere alto il morale, se mi lascio andare allo sconforto o mi lascio travolgere dagli eventi sarebbe peggio!” rispose lei con fare allegro. “Tu invece dove sei diretto?”
Non sono affari tuoi, pensai ma non potevo certamente rispondere così a chi mi aveva raccolto inerme e salvato da una morte orrenda. “Ovunque e da nessuna parte..” dissi, con fare vago. “In realtà sto cercando qualcuno.”
Mi guardò con aria interrogativa e si sedette accanto a me, mentre finivo l'ultimo sorso di brodo. Mi guardò negli occhi. “Chi stai cercando?”
Una domanda che sembrerebbe scontata, ma non obiettai. “Cerco la mia gente, sempre se sono ancora vivi.”
Ti va di raccontarmi cos'è successo?” chiese lei incuriosita. Il sorriso era svanito dal suo viso ed aveva assunto un'aria più seria e cupa.
Sicura? È una storia lunga.” dissi visibilmente amareggiato.
Abbiamo tutto il tempo che vuoi!” sorrise e mi toccò appena un punto dell'addome coperto da bende, una frazione di secondi dopo un dolore intenso si propagò per tutto il mio corpo, la testa iniziò a pulsarmi e strinsi i denti. “Ti ci vorrà un po' a rimetterti in sesto, quindi perché non mi racconti la tua storia?”
Una tiepida luce rossastra si vedeva al di là dell'apertura della tenda. Sarà il tramonto o l'alba? mi chiesi. “E va bene, tutto cominciò due mesi fa...


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